Ci sono piu' reflex digitali semiprofessionali che zanzare, a Singapore

03/04/2009 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Come dicevo in questo articolo sul mangiare hot pot a Singapore, non ero il solo a scattare foto al cibo che avevo nel piatto, nel ristorante in cui ho cenato venerdi' sera, uno dei tanti ristoranti hot pot su Beach Road (che non e' lungo il mare).

Non so in quanti ristoranti, in Italia, possa capitare di incontrare un cliente con reflex e grandangolo gigante che fotografa il cibo che ha nel piatto. Beh, in questo ristorante non c'ero solo io: a due tavoli di distanza avevamo una comitiva di ragazzini, tra cui una minuta teenager (apparente: avra' avuto venticinque anni) con una Nikon D700, e piu' lontano ho notato due ragazzi con una Canon e una Pentax. Tutte reflex digitali, tutte puntate verso il cibo. Perche' ne parlo? Per iniziare, perche' ho letto di ristoratori italiani che hanno educatamente chiesto ai clienti dei loro ristoranti di non fotografare i piatti che venivano loro serviti. Avranno le loro ragioni, quei ristoratori e quei cuochi, ma io preferisco poter fare quel che voglio, col cibo che ho ordinato e che ho pagato, come in questo ristorante hot pot.

L'altra ragione e' legata alla fotografia. Mesi fa, sul blog di Scott Kelby, lessi che l'autore era impressionato dalla quantita' di reflex che aveva notato in mano a giovani donne, a Venezia, durante una sua breve vacanza in Italia. Quell'articolo mi porto' a dedicare piu' attenzione a quelli (e quelle) che, come me, se ne vanno in giro col sole e con la pioggia (e non ci sono altre condizioni meteorologiche, qui a Singpore) con una macchina fotografica in mano e un paio di obiettivi nello zaino. Beh, ce ne sono tanti. Tantissimi. A qualsiasi ora del giorno, e probabilmente della notte, c'e' sempre un gruppo di fotografi, spesso giovani, quasi sempre con macchine Nikon e Canon semiprofessionali, che fotografa un soggetto: che sia una modella (o un'amica) in posa, o un grattacielo, o un lucertolone lungo un metro e mezzo, ci sono sempre fotoamatori in azione. E come dicevo, non e' che spendano poco per l'attrezzatura: a giudicare da quel che vedo per strada e nei negozi fotografici, sembra che la Nikon D300 sia la macchina fotografica digitale piu' diffusa a Singapore.

E non c'e' solo l'attrezzatura, ma anche la passione: ogni volta che parlo di fotografia con qualcuno di qui, si finisce sempre col menzionare Clubsnap.com, il sito che sembra ospitare tutti i fotoamatori e i fotografi professionisti di Singapore.

Altro pensiero sparso su Singapore e fotografia: insieme con le tante fotocamere digitali semiprofessionali, ho notato altre due tendenze, soprattutto tra i piu' giovani: lomografia e medio formato.

Lomografia e' la fotografia lo-fi, in cui cogliere l'attimo, anche se con immagini sgranate, colori ipersaturi, immagini mosse e sfocate, conta piu' che produrre immagini tecnicamente perfette ma poco vive. Il termine deriva dalle macchine fotografiche russe Lomo, poco sofisticate e adattissime a questo tipo di fotografia (come tante altre...).

Ripensandoci, c'e' un'altra cosa che ho notato, riguardo a Singapore e ai suoi fotografi: non credo d'aver ancora visto un fotografo che avesse piu' di venticinque anni, negli undici mesi passati qui. Potrei sbagliarmi, certo: quelli che sembrano venticinquenni potrebbero essere trentacinquenni (ho un collega cinquantenne che non dimostra piu' di trentacinque anni, e alcune colleghe trentenni che sembrano minorenni), come spesso accade con gli "orientali", siano essi cinesi o giapponesi (non so dire dei coreani, non ne conosco di maturi). Ecco le mie ipotesi sui fotografi singaporiani di mezza eta':

1) Non esistono: trattandosi di Singapore, probabilmente ci sara' una legge che li vieta;
2) Sono tutti fotografi professionisti, e passano il loro tempo in studio o in aree cui io non ho accesso;
3) Sono tutti professionisti in Europa o in America (se nemo propheta in patria vale da noi, varra' anche in Asia...);
4) Dopo aver fotografato tutto il possibile in giro per Singapore quando avevano vent'anni, si sono buttati sulla macrofotografia casalinga, e passano il tempo fotografando gechi nei loro appartamenti;
5) Hanno smesso di fotografare quando si sono resi conto che non sarebbero mai riusciti a guadagnarsi da vivere cosi'.

Quale sara' l'ipotesi piu' corretta tra queste cinque?

E, domanda ancora piu' inquietante: che c'entrano le zanzare, visto che le ho menzionate nel titolo di quest'articolo? Poco o niente: erano solo un termine di confronto numerico. In undici mesi qui credo di aver visto o sentito (sulla pelle o con le orecchie) non piu' di un paio di zanzare, il che, per un Paese ultra-umido com'e' Singapore, circondato dal mare e con foreste e bacini interni, con tanti stagni e acquitrini. mi pare quasi un miracolo. Ma Singapore ha una politica di tolleranza zero ANCHE con le zanzare, che diffondono la pericolosa dengue, e si punta quindi all'azzeramento della popolazione di zanzare dell'isola. Se leggete quest'articolo in estate, magari di sera, dite la verita': quante zanzare avete sentito ronzare, mentre lo leggevate?


Argomenti: fotografia, lomografia, mangiare, ristoranti, Singapore

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