Piccole differenze tra USA e Regno Unito: l'aspetto, il bere, altre cose

Due Nazioni separate da una lingua comune... e da tante abitudini locali

21/06/2010 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

I colleghi USA con cui lavoro qui ad Atlanta sono una novita' rispetto a quelli con cui ho passato cinque anni a Stanwell, in Inghilterra: non hanno tutti quanti lo stesso taglio di capelli (detto "hog aircut" per quelli piu' tozzi e "taglio fatto in casa" per tutti), portano camicie e maglie di tutti i colori e non si limitano a colori spenti ("Colours are for fags", dicono spesso gli inglesi, sia uomini che donne) o a camicie bianche o porpora; e questa liberta' di vestire americana, e questa mancata liberta' britannica, non derivano da un corporate dress code: sia nei cinque anni passati in Inghilterra che nelle poche settimane trascorse finora negli USA, l'unico limite posto agli "informatici" e' quello di evitare magliette e scarpe da ginnastica, se possibile (e, qui negli USA, anche i jeans). Ma onestamente, in Inghilterra c'erano colleghi che avevano violato anche quei due tabu' e, pur potendo venire in ufficio vestiti come volevano, riuscivano ad essere spenti come un mozzicone di sigaretta. L'unico un po' brillante era Raji, un collega indiano - non informatico, faceva il tuttofare - che veniva in ufficio con magliette degli Iron Maiden e che se ne ando' insultando tutti i capi, salvo poi scrivere una richiesta di referenze un mese dopo essersene andato.

Quindi, i colleghi statunitensi si vestono meglio pur avendo qualche liberta' in meno nello scegliere i capi d'abbigliamento. Interessante, ma parliamo delle colleghe, ora: le colleghe statunitensi dai 20 ai 50 anni curano molto piu' il loro aspetto rispetto alle loro omologhe inglesi. E sembrano impegnate a dimostrare falso il cliche' sugli americani obesi: sono tutte magre, alcune con dei fisici mozzafiato (magre e con curve), ed in generale fanno tutte esercizio fisico.

I colleghi sono (alcuni) lievemente piu' robusti (*), ma non ho visto le 'beer bellies' (panze da birra) comuni a magri e grassi, che sono invece lo standard in Inghilterra. Inoltre, non essendoci un pub ad ogni isolato, ed essendo gli americani nati col didietro incollato al sedile dell'auto, quando escono la sera escono in auto: se si va al bar, si va in auto, si beve qualche birra, e poi si torna a casa. Siamo stati con alcuni colleghi da Frankie's, uno sports bar, giorni fa: sulle pareti decine di televisori che mostravano tanti sport differenti, con prevalenza per il football americano (il Superbowl era imminente) ed il college basket. Cameriera alta, con piglio deciso e brillante, e molto pettoruta; e le porzioni abbondanti non erano solo per i miei occhi: le Buffalo Wings che avevo ordinato erano tante e piccanti, e .. chiariamo subito che non sono "ali di bufalo" ma "ali di pollo cucinate nello stile della citta' di Buffalo, NY". Alla fine della serata, nessuno era ubriaco o anche solo alticcio, e quando siamo andati via erano gia'le 23 passate, ora in cui i ciucatun, in Inghilterra, hanno gia' scritto in fronte "Ho bevuto tre pinte di troppo e il pub sta chiudendo".

Direi che a parte il cibo (stasera mi aspetta un'altra spesa al supermercato Kroger, speriamo di trovare roba buona e di spendere meno della settimana scorsa, erano 230 dollari, contiamo di scendere a 200 stavolta), l'organizzazione in azienda (lenta e macchinosa nel migliore dei casi, assente negli altri), la carenza di mezzi di trasporto (le nostre bici arriveranno tra una decina di giorni), lo scarso rispetto dei pedoni (marciapiedi che si interrompono bruscamente, verde pedonale che dura pochi secondi, auto che non si fermano per lasciarti passare), in generale mi piace stare qui.

Ovviamente, anche i soldi hanno il loro peso, ma non come starete pensando: la mia paga non e' aumentata, spostandomi negli USA, e se riusciremo a ritornare in Europa (o altrove, non si sa mai...) senza perdere soldi in quest'avventura americana, andra' gia' bene. Per ora, la casa in cui vivevo in Inghilterra e' occupata da uno squatter, e sono in attesa che lui diventi ricco (come cuoco, come scrittore di gastronomia, o come vincitore di qualche lotteria) per chiedergli di pagare l'affitto. Non ho mai avuto i soldi e la pazienza per acquistare una casa in Italia, ma se la casa in Inghilterra riuscisse a pagarsi il mutuo da sola (**), potrei persino pensare a comprarne una anche dalle parti di Atlanta... pensiero bizzarro.





*: Un paio di mesi dopo aver scritto questo pezzo, la ditta ha assunto due colleghi che, in totale, pesavano trecento chili. Resta valida la prima impressione: meno obesita' del previsto.
**: No, la casa in Inghilterra non e' mai riuscita a coprire le rate del mutuo con l'affitto. Anzi, in questo momento l'affitto copre meta' della rata del mutuo. Lo dico casomai qualcuno volesse comperare una casa in Inghilterra come investimento, per affittarla.

[NOTA: quest'articolo e' stato pubblicato originariamente, in forma lievemente diversa, su un altro mio sito nel febbraio 2006)


Argomenti: Atlanta, vivere in Inghilterra, vivere negli USA

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