Dieci cose di Singapore che mi mancano oggi

24/05/2012 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Inghilterra, 24/05/2012. Giornate calde, venticinque o ventisei gradi, oggi. In ufficio si parla di impostare l'aria condizionata a venti gradi. Mi torna in mente Singapore, dove ho trascorso ventisette mesi, e dove l'aria veniva tenuta tra i ventiquattro e i ventisei gradi, visto che la temperatura fuori era sempre oltre i trentadue. Mi manca, a volte, Singapore, con la sua umidita', il suo miscuglio di genti provenienti da posti differenti, quell'essere Asia e insieme Europa (per la pulizia, la professionalita', le tradizioni britanniche impresse nella cultura singaporiana). Mi manca...

  1. The House of Mouse: un negozio nel complesso di Suntec City, a cinque minuti dall’ufficio in cui lavoravo. Non hanno solo mouse: io mi ci rifornivo di dischi rigidi da 2,5”, e proprio ora me ne servirebbe uno per il mio laptop;
  2. Le discussioni sull’aria condizionata. Accenderla di notte per poi dormire con la coperta non mi pareva sensato, ora invece ne intravedo la logica: col fresco/freddo cerchi di muoverti meno, e con una coperta (o anche solo un lenzuolo) hai meno liberta’ di movimento. Ah, averlo capito prima...
  3. Essere a mezz’ora da casa, prendendo gli autobus giusti. Mi pareva tanto, ora mi ci vuole un’ora e mezza;
  4. Non ci sono le montagne, a Singapore, ma almeno c’e’ il mare. Anche quando sei in ufficio, basta guardare fuori dalla finestra per immaginare avventure, per intravedere Nino Bixio sulle isole indonesiane all’orizzonte, o battelli portoghesi, olandesi e inglesi carichi di spezie dirette verso l’Europa;
  5. Il passaggio degli F-16 sul Kallang Basin alle sette di sera, in preparazione del National Day;
  6. Ascoltare il GP di Formula 1 togliendo il volume alla tv e aprendo la finestra;
  7. Vivere bene senz’auto. Ottimi mezzi di trasporto, taxi non molto piu’ costosi degli autobus, strade ottime per pedalare, centri commerciali collegati da gallerie sotterranee con negozi e locali;
  8. Animali esotici. Varani, mudskippers, le lontre di Sungei Buloh, anche solo i martin pescatori del parco di Pasir Ris. Per vedere animali strani non c’e’ bisogno di viaggiare a lungo, basta prendere l’autobus e e andare fino al capolinea, vicino a Pasir Ris.
  9. La passione per la fotografia. Che sia la pausa pranzo o le sei del pomeriggio, meta’ della gente che incontri lungo Marina Bay, o nei ristoranti, o vicino al campo sportivo del Padang, ha una macchina fotografica in mano. Minuscole ragazzine sino-singaporiane con gigantesche reflex professionali, comitive di studenti, in uniforme scolastica, tutti con la compattina digitale in mano; uomini in camicia e cravatta che girano con una Holga o una Lomo caricata con pellicola in bianco e nero; pensosi adolescenti con classiche Contax T2;
  10. I ristoranti dei quartieri indiani. Mangiare davvero indiano spendendo poco.


Argomenti: nostalgia, Singapore, vivere a Singapore, Wanderlust

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