Gli inglesi e il freddo

Italiani a Londra col piumino, inglesi in maglietta. Sono strani, 'sti inglesi.

12/11/2015 | Di Claudio_VL | Commenti: 5
In Inghilterra c'e' neve tutti i giorni dell'anno, copritevi.

Se sei italiano e vai in Inghilterra, ti copri, che sia estate o inverno, perche' ti hanno detto che fa freddo. Se poi ci vai per fermarti, se cioe' vai a vivere in Inghilterra, ti porti dietro tutte le cose che mamma e papa' ti hanno aiutato ad acquistare in vista di quell'escursione sull'Everest che volevi fare quando avevi diciassette anni: il parka canadese con un chilo di piume, la superpippo in pile garantita contro il freddo islandese, i guanti impermeabili antivento con interno in lana merino, e il resto.

Poi arrivi a Stansted e vedi gli inglesi in maglietta, in novembre. E per tutto l'inverno tante ragazze inglesi escono in minigonna e senza calze o collant, e si ritrovano con le caviglie blu dal freddo. Ma non se ne accorgono, sei tu che le guardi a tremare dal freddo per loro.

Come fanno? Soprattutto, come faranno a vestirsi cosi' poco durante il giorno, quando non hanno bevuto?

Confrontiamo l'educazione italiana e quella inglese


Fin da piccoli, in Italia ci insegnano a coprirci. E poi a coprirci ancora un po'. Come dico spesso, la felpa e' il capo d'abbigliamento che i bambini italiani indossano quando la loro mamma ha freddo. Ci insegnano cosi' perche' il clima e' un nemico, e il freddo ti puo' far ammalare in qualsiasi momento, anche se vivi in un posto dove la minima invernale e' dieci gradi sopra lo zero.

In Inghilterra e' un po' differente. Ai genitori inglesi viene detto, fin da quando i loro bimbi iniziano ad andare all'asilo, di vestirli con uno strato in meno di quelli indossati dai genitori. E nelle scuole "buone", i bambini vanno a scuola in pantaloncini con qualsiasi temperatura, anche intorno allo zero (o sotto); i pantaloni lunghi sono permessi solo quando nevica.

C'e' anche una componente di machismo, spesso erroneamente collegato alle culture mediterranee e "latine", ma presente anche in quella inglese. E' lo stiff upper lip:
Uno dotato di un "labbro superiore rigido" (atteggiamento stoico) mostra fermezza di fronte alle avversita' e da' dimostrazione di autocontrollo nell'esprimere le proprie emozioni. (...) Il tremolio del labbro superiore e' (visto come) un segno di debolezza (...). Quando il labbro superiore di una persona inizia a tremare, e' uno dei primi segnali che la persona e' spaventata o scossa da una profonda emozione.

Questa definizione di Wikipedia non e' legata solo all'atteggiamento degli inglesi verso il freddo, ma serve per capire la loro avversione per le manifestazioni di emozioni e sensazioni. Ammettere di provar freddo, o dolore, e' tuttora visto come segno di debolezza, e i genitori inglesi cercano di insegnare ai figli a mantenere lo "stiff upper lip".

Un'ulteriore elemento che ho notato e' che gli inglesi amano viaggiare leggeri: se vanno a fare una camminata, preferiscono vestirsi poco e avere freddo solo per i primi minuti, piuttosto che - come spesso facciamo noi italiani - vestirsi tanto per poi ritrovarsi con il maglione intorno alla vita e il giaccone in mano dopo dieci minuti.

Infine, come ovvio, conta l'abitudine: ti abitui alle temperature del posto in cui vivi. Per dire, quando vivevo a Singapore la temperatura era quasi sempre trentadue gradi, e quando a volte scendeva fino a ventisei mi mettevo un maglioncino. Se vivi in Inghilterra, quando ci sono ventisei gradi ti metti a petto nudo. Magari gia' a ventidue.

Aneddoti! Vogliamo degli A-NED-DO-TI!


Qualche anno fa - ok, parecchi anni fa, nel 1990 - ero in campeggio in montagna, a Ceresole Reale. Io e i miei amici eravamo stati su al Nivolet e al Col Rosset, e ci stavamo godendo un po' di riposo vicino alle nostre tende. Anche se era luglio, iniziava anche a fare freschetto, dopo una giornata esposti al sole tra i 2600 e i 3000 metri; soprattutto, il sole era schermato dalle montagne, e all'ombra si sentiva l'aria fresca delle montagne. All'improvviso sentimmo delle voci: venivano dal torrente che scorreva intorno al campeggio. C'erano tre ragazzi, circa vent'anni a testa, che sguazzavano nell'acqua gelida. Erano ovviamente inglesi, come scoprii in una breve conversazione. Ci facemmo un caffe' caldo.

Certo, a volte si arriva a casi estremi. Pochi anni fa lessi di un ragazzo che era morto di ipotermia, su nello Yorkshire. Era uscito di casa in maglietta, in una serata invernale. Era minorenne, e la madre venne accusata di non aver badato abbastanza a lui; lei si difese dicendo "Come potevo sapere che il freddo puo' uccidere?".

E la gente degli altri Paesi freddi, che ne pensa?


Che gli inglesi sono pazzi. Era un pub vicino a Paddington e c'erano quattro colleghi di lavoro: una svedese, una russa, un lituano e un italiano …no, non e' l'inizio di una barzelletta. Era dicembre, e faceva freddo. Arrivando al pub incrociammo varie comitive di ragazze inglesi, tutte in minigonna o miniabito. Noi quattro indossavamo giacconi e guanti, le nostre colleghe portavano anche il berretto. Gli altri tre provenivano da nazioni piu' fredde dell'Italia, quindi chiesi loro "cosa fate quando fa freddo e volete andare da qualche parte?".

La loro ragionevole risposta: "ci copriamo, non siamo mica inglesi!"


Argomenti: antropologia spicciola, Gran Bretagna, meteo, questi eccentrici Inglesi, vivere in Inghilterra

Commenti (5)Commenta


13/11/2015 17:57:03, Jonathan65
Ecco appunto io mi copro! In Francia ho provato le temperature della regione Nord Pas de Calais dove vive Mia sorella e sono stato a Dunkerque in Dicembre e gennaio quando soffia il vento dal mare del nord vorrei vedere a chi non trema il "labbro superiore" logicamente ho notato che gli indigeni si vestivano più leggeri di quanto ci vestivamo noi ma appunto lo giustificavo con l'adattamento evoluzionistico che il fisico di quei popoli ha subito nel corso dei millenni poi ho visto il suocero Di mia sorella, che ha origini Tarantine e ci vive da più di 50 anni, uscire in Giacchino e Camicia e la mia teoria darwiniana è crollata miseramente!!
13/11/2015 18:00:38, Claudio_VL
Mi pare invece che il suocero di tua sorella, originario di Taranto, si sia adattato splendidamente al clima locale!
13/11/2015 21:10:29, Jonathan65
Esattamente e quindi la t orgia dell'evoluzione delle speci darwiniana in questo caso non si può applicare l'adattamento è avvenuto senza cambi gentici
04/12/2021 13:52:00, alesino
Posso confermare, io sono nato e cresciuto a Bologna, quindi automaticamente in vacanza in riviera romagnola fino all'etá adulta
Di conseguenza, per me la temperature normale del mare é sempre stata quella di Rimini, al amssimo del Tirreno verso sud, finché non ho consociuto la futura dolce metá e il (meraviglioso, peraltro..) mar cantabrico.
Praticamente oceano, maree da 300 metri, frutti di amre deliziosi.. e una temeperatura media, estate inverno non cambia granché, sui 90 Kelvin, vale a dire vicino al punto di congelamenteo dell' azoto..
Si puó immaginare quindi la mia faccia la primna volta che la mia famgilia acquisita mi ha spinto in acqua, dicendo "hoy está muy buena" - urla di raccapriccio e corsa all'asciugamano
Oggigiorno, dopo vent'anni di patemi sono in grado di fare il bagno anche in una giornata senza sole (quindi con temperatura esterna ed interna equiavalenti) e riesco addirittura a fare il morto senza diventarlo!

Evidentemente l'adattamento della specia umana non ha limiti..
04/12/2021 18:25:21, Claudio_VL
Tu passi troppo tempo in laboratorio, anche se e' il tuo lavoro. Dare la temperatura in Kelvin??? Erano decenni che non li utilizzavo, ho dovuto andare a verificare (per chi non ha voglia: 90 Kelvin = -183,15 gradi centigradi).

La tue esperienza coi bagni di mare in acqua fredda mi da' speranza ma non mi consola: quest'anno siamo stati al mare a Guernsey, ci sono state belle scene (correre sulla sabbia bagnata coi capelli al vento, la musica di Vangelis ad accompagnare quei gloriosi momenti - o era I'm Always Here di Jimi Jamison?), aragoste e ostriche, un gran sole con zero afa, MA l'acqua era a 15 gradi (che per te sono 288,15K), troppo pochi per nuotare più di venti secondi.

L'adattamento della specie umana non avrà limiti, ma a me serve più tempo, possibilmente qualche decennio. O una muta in neoprene.

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