Barcellona 1994

Weekend di Pasqua nella capitale catalana

23/11/2016 | Di Claudio_VL | Commenti: 0
Partii da Torino di mattina presto, era il Venerdi' Santo. "Lunga e diritta correva la strada" ... ma anche no, visto che stavo scendendo verso il mare senza fretta, in direzione del Col di Tenda. A Vernante mi fermai a vedere i murali dedicati a Collodi e Pinocchio, e in un'edicola acquistai Cuore, sia per leggerlo, sia per metterlo sotto il giubbotto di pelle, per isolarmi ulteriormente dal freddo.

Era il 1994, s'era appena votato per le elezioni politiche, Berlusconi aveva vinto. Qualche sera prima avevo passato un'ora a cercare di convincere un caro amico che SB non era "il nuovo che avanza", e avevo fallito.

Abbassando la visiera del casco pensai "Forse e' il momento di andare a vivere all'estero".

[Plaça d'Espanya, Barcellona.]

Arrivai a Barcellona in un attimo, senza pensare piu' all'Italia che stavo lasciando. La moto fa quest'effetto: se viaggi da solo, se non hai collegamenti digitali col resto del mondo, lo stress svanisce, rimani solo tu e la rotaia larga cinque centimetri che immagini davanti a te.

"Plaça d'Espanya e Avenida Reina Maria Cristina". Lo scrissi ventidue anni fa sul telaietto della diapositiva che ho appena scannerizzato, quindi dev'essere vero.



A Barcellona girai in moto per un'ora, forse piu', poi mi decisi a chiedere informazioni. Parlai con due ragazzi su una Vespa PX, ad un semaforo, mi dissero che c'era un'ostello, sulla collina, mi ci portarono.



Avevo gia' esperienza di ostelli della gioventu', ma questo mi colpi'. Si chiamava Alberg Mare de Deu de Montserrat, era a poca distanza dal Park Güell progettato da Gaudí, aveva letti a prezzi ragionevoli, ma soprattutto aveva un'atrio in stile neo-arabo che mi lasciava senza fiato, era una festa di colori.

Ero a Barcellona per rivedere una ragazza che avevo incontrato nel Lake District cinque anni prima, e con la quale ero rimasto in contatto come "amico di penna". La vidi il giorno dopo, andammo al quartiere olimpico, al Park Güell (l'ingresso era gratuito, a quei tempi), camminammo sulla Rambla, la via dello struscio (di massa: e' enorme ed era affollatissima). Raggiungemmo l'Estadi Olímpic de Montjuïc, lo stadio delle Olimpiadi di due anni prima, e sbirciammo dentro anche se era chiuso. Passammo insieme un bel sabato.

Domenica me ne andai in giro da solo. Scesi dall'ostello, le strade di Barcellona mi sembravano enormi e deserte. Andai in spiagga, ma faceva freddo e tirava vento.

Raggiunsi la Sagrada Familia, la cattedrale di Antoni Gaudí, eternamente in construzione, piena di anfratti, alcove, dettagli, cose minuscole fatte per catturare proprio la tua impressione, che ti viene da pensare se l'abbia davvero progettata cosi', Gaudí, fino ai piu' piccoli dettagli, o se ogni tanto siano i decoratori e i muratori ad aggiungere arabeschi e scherzi. Ci saranno le facce di Butragueño e Valdano scolpite sotto gli elmetti dei soldati romani che si giocano le vesti dell'Unto del Signore?



Abbandono la citta', salgo in collina, ce n'e' una bella grande. Il traffico cittadino si e' risvegliato, la moto e' felice di lasciarlo e di andare a godersi strade piu' tortuose e meno trafficate.

Per la serie "Cose che non ti aspetti di vedere su una collina", ecco un sommergibile, davanti al Museo della Scienza.



La mia destinazione, la collina che e' alle spalle di Barcellona, e' il Tibidabo



Ogni tanto mi fermo, scatto un "selfie" ante-litteram (uno al giorno, non uno ogni ventisette secondi), cercando di piazzarmi in un angolo della foto, perche' mi interessa che si veda il panorama, non la mia faccia. A volte fotografo la mia moto. Se ne avete mai avuta una, capirete.



Arrivo al Tibidabo (512 metri), alla chiesa del Sagrado Corazón de Jesús. C'e' una bella vista di Barcellona, ci sono cose di Don Bosco nella basilica. C'e' un grande luna park, aperto nel 1901. Ci sara' poi, nel 2001, un episodio di Friends in cui il Tibidabo fara' da sfondo ad una storia usata da Rachel per "sedurre" Ross.

Arriva il lunedi', e' il momento di tornare in Italia, nonostante i risultati elettorali. Appena entrato in Francia inizia la pioggia, la temperatura si abbassa, e mi fermo in varie stazioni di servizio per riscaldarmi. Nubifragi. Esco dall'autostrada, a 120km/h la visibilita' e' ridicola. Mi fermo sotto un cavalcavia, uso i gas di scarico del CBR per scaldare l'interno dei guanti. Mi fermero' poi a dormire ad Aix-en-Provence, e arrivero' a Settimo Torinese martedi'.
Argomenti: destinazioni, foto, moto, racconti, Spagna

Commenti (0)Commenta

Non ci sono ancora commenti.

Domanda di verifica

Rispondi alla domanda seguente usando una sola parola, nessun numero.
Se ho cinque spammer e due vengono arrestati, quanti ne restano liberi?


Codici consentiti