Motivo n.1 per dire NO al doppiaggio: la voce di Benedict Cumberbatch

Gli attori recitano anche con la voce, non togliamogliela!

24/12/2017 | Di Claudio_VL | Commenti: 4

Sono in Italia. Poco fa, davanti ad un film con Jason Statham, c'e' stata una conversazione del genere:

- Jason Statham dev'essere uno dei pochi attori 'fusti' del cinema britannico che non e' stato considerato per il ruolo di James Bond...
- Gia', e' vero.
- Sara' perché ha una voce troppo da proletario londinese.

La voce "vera" di Jason Statham e' facilmente riconoscibile ed e' probabilmente sconosciuta alla maggior parte degli spettatori italiani, come peraltro le voci di quasi tutti gli attori stranieri, visto che in Italia doppiamo (a volte male) tutto cio' che deve essere trasmesso in tv, salvo poche lodevoli eccezioni. Parlando della serie tv The Bridge, scrissi qualcosa sul doppiaggio, completamente assente nei programmi tv in Gran Bretagna (e non solo li'):

Da notare che la serie ha dialoghi in danese e svedese, non tradotti, e sottotitoli in inglese: e per fortuna, perché quando si conosce la voce originale di un attore - e quindi del suo personaggio - sentirlo con una voce diversa, parlare una lingua non sua, diventa ridicolo.

Gli attori recitano col cervello, col corpo e con la voce, e quando diamo a Meryl Streep o a Hugh Grant una voce differente da quella VERA, togliamo qualcosa alla genuinità e alla completezza della performance dell'artista. ViaggiareLeggeri e' sempre stato un sito cui non dispiace andare controcorrente, per cui oggi, anziché suggerirvi dei regali di Natale, iniziamo la campagna NO AL DOPPIAGGIO. Una campagna piccola piccola, tra noi e voi, con un obiettivo minuscolo: spingere i frequentatori di questo sito ad apprezzare le voci originali degli attori che appaiono sullo schermo. Perché sostituire la voce di un artista e' un furto. Perché ascoltare una lingua straniera insegna qualcosa. Perché il livello dell'inglese insegnato nelle scuole italiane fa spesso ridere, e quello che passa per inglese sui canali tv italiano e' altrettanto scarso (ieri sera, in un programma con Frizzi, qualcuno ha detto che "N.A.S.A." si pronuncia "neisa", ed erano tutti d'accordo.. e sbagliavano). Perché se per capire "Gomorra - La seria" devo ascoltarlo in lingua originale coi sottotitoli, tanto vale guardare "Peaky Blinders" e "Apocalypse Now" e "The Big Bang Theory" nello stesso modo.

Oggi iniziamo con Benedict Cumberbatch, un attore britannico che compare nella mia lista dei Nove candidati per 007. L'avrete visto in qualche programma tv e in tanti film, e probabilmente vi siete chiesti "ma questo tizio cambia voce in ogni film?". Cumberbatch ha una voce molto caratteristica, baritonale, assolutamente inconfondibile, che invece, grazie al doppiaggio, viene sostituita dalle voci di vari voice artists. Non uno, non due, non tre: diciassette doppiatori differenti, diciassette voci differenti - e tutte false - per lo stesso attore!

1) Riccardo Niseem Onorato in Espiazione, War Horse, I segreti di Osage County, 12 anni schiavo, The Imitation Game;
2) Alessio Cigliano in La talpa, Parade's End, Il quinto potere;
3) Edoardo Stoppacciaro in L'altra donna del re, The Whistleblower;
4) Francesco Bulckaen in Doctor Strange, Thor: Ragnarok;
5) Francesco Pezzulli in Sherlock;
6) Danilo De Girolamo in Hawking;
7) Riccardo Rossi in Il quiz dell'amore;
8) Roberto Certomà in Amazing Grace;
9) Daniele Barcaroli in Miss Marple - È troppo facile;
10) Gianluca Crisafi in Four Lions;
11) Simone D'Andrea in Into Darkness - Star Trek;
12) Massimo De Ambrosis in Black Mass - L'ultimo gangster;
13) Andrea Lavagnino in Zoolander 2;
14) Luca Ward in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug, Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate;
15) Roberto Herlitzka in Girlfriend in a Coma;
16) Francesco Vairano in I Simpson;
17) Alberto Angrisano in I pinguini di Madagascar.

Diciassette voci differenti per un attore che ne ha già una tutta sua, molto personale e flessibile (e infatti l'attore ha recitato spesso in personaggi americani, australiani, alieni). Vogliamo provare a sentire la voce VERA di Benedict Cumberbatch, per una volta? Eccola:



Magari a voi piacerà una delle diciassette voci italiane di questo attore. Per me il problema non si pone: la voce "vera" di Benedict Cumberbatch, di Julia Roberts o di Tom Cruise può piacermi o non piacermi, ma quella e'.


Argomenti: cinema, lingue, no al doppiaggio, televisione, vivere all'estero

Commenti (4)Commenta


26/12/2017 12:13:48, Fede-exb
Tra l'altro non è nemmeno facile trovare cinema dove proiettano film in lingua originale in Italia, a parte qualche cineforum che però non ha film recenti, anche se qualche multisala per fortuna si trova, con qualche giornata al mese dedicata ai film in Inglese o Spagnolo.

Non solo al cinema, anche nei telegiornali mi piacerebbe ascoltare le interviste con la voce originale, basta mettere i sottotitoli in italiano, qual è il problema?

Effettivamente la qualità dell'insegnamento delle lingue in Italia lascia molto a desiderare...
28/12/2017 01:40:50, Claudio_VL
Negli anni Novanta Italia Uno trasmetteva film in lingua originale in seconda - o terza - serata un giorno alla settimana, mi pare il lunedì sera. Se l'esempio non è stato seguito da altri canali, avrà prevalso il principio della "gli spettatori non vogliono pensare, non facciamoli pensare". Che poi è lo stesso approccio che ha portato alla scomparsa del programma tv Paroliamo, mi pare.

Nuova puntata di No Al Doppiaggio tra pochi giorni...
28/12/2017 22:35:42, Fede-exb
Non conosco Paloliamo, ho certato su wikipedia ed ho trovato questo:

"... fino al 1989, anno in cui Raidue non lo mandò più in diretta dichiarando che il gioco era troppo difficile per il pubblico italiano."

...
29/12/2017 01:29:31, Claudio_VL
Non sai quanto mi fa piacere che sia stato qualcun altro (tu) a evidenziare quella frase, che ho letto su Wikipedia anni fa. Fa male, leggere cose così, soprattutto considerato che Countdown, programma simile a Paroliamo, viene trasmesso nel Regno Unito dal 1982 ed é tutt'ora popolare!

Viene da chiedersi se sia nato prima l'uovo o la gallina: è la TV italiana a trasmettere programmi che addormentano il cervello, o sono gli spettatori italiani a volere programmi che non facciano lavorare le meningi? Un quiz sulla RAI, qualche ora fa, poneva una domanda relativa agli ultimi anni di Papa Wojtyla, e offriva quattro possibili risposte: quella ovviamente giusta - 2005 - più tre decisamente sbagliate, in quanto precedenti (a volte anche di decenni) rispetto al suo papato. Non c'era bisogno di essere un credente per conoscere la risposta esatta... bastava un minimo di ragionamento.

Paroliamo... sono passati così tanti anni. Era un'utile ginnastica mentale, presentata con classe da Lea Pericoli, con Jocelyn che, più che un presentatore, pareva la personificazione di Tele Montecarlo (TMC).

Brutta bestia, la nostalgia. Meglio pensare a qualche viaggio.

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