Visita a Hardwick Hall, Derbyshire

Una villa del National Trust che i fan di Harry Potter conoscono

21/10/2021 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Domenica scorsa sono capitato dalle parti di Chesterfield, nel nord dell’Inghilterra, e ho pensato di visitare con mia moglie una villa del National Trust, così, giusto per recuperare i soldi della tessera annuale (99 £ a coppia). Così abbiamo visitato Hardwick Hall, a due passi da Chesterfield, nel Derbyshire, non lontano da Sheffield, la città di Joe Cocker. L'ingresso - gratuito per i membri del National Trust - costa £16 a testa.

Questo pare il lato posteriore della villa. invece e' l'entrata principale


La prima informazione che mi sento di dare a chi arriva in auto è: attenzione ai cartelli stradali. Fino all’ultima grande rotonda a sud di Chesterfield, all’uscita (o all’entrata) dell’autostrada M1, i cartelli che indicano Hardwick o sono precisi e numerosi. In quella rotonda (link), che è essenziale per raggiungere la destinazione, ci sono cartelli che indicano altre destinazioni turistiche ma NON ce n’è uno che indichi l’uscita per Hardwick, per cui avrete davanti un interessante quiz: quale delle cinque o sei uscite bisogna utilizzare? Quella priva di indicazioni, a sinistra nella foto.

Arrivati a Hardwick troverete un enorme parcheggio (non come quelli degli stadi calcistici ma quasi, per dimensioni), probabilmente piuttosto pieno: è una villa importante, bella, famosa, e - anche se ce ne sono tante altre nord dell’Inghilterra - è un punto di riferimento per la gente che visita questa zona e vuole passare una bella giornata all’aperto e in una villa storica. E a gli inglesi piace sia la storia (soprattutto la propria, esattamente come noi italiani), sia stare all'aperto.

Dopo il parcheggio e la biglietteria, l'ingresso nel pre-pre-pre-parco della villa.


Hardwick Hall era stata menzionata il giorno prima di questa gita, dopo una cena con amici inglesi, davanti ad alcune bottiglie di Chianti e a una quantità smodata di cioccolata. "Ma ci sono anche tanti altri bei posti per fare una camminata", aveva aggiunto qualcuno, evidentemente senza pensare al vino e alla cioccolata che ci avrebbero poi zavorrato.

Dopo il caffè (locale e bevanda) e il negozio del National Trust, dove a volte si trovano oggetti utili ma di solito poco economici, si arriva all'ingresso del pre-pre-parco della villa (potrei aver dimenticato un paio di pre).


Cosa c’è da vedere ad Hardwick Hall? Si tratta di una casa di campagna del periodo elisabettiano (Elisabetta I), costruita tra il 1590 e il 1597 nello stile rinascimentale inglese. C’è una quantità industriale di arazzi. C’è soprattutto la villa, che appartiene alla categoria delle prodigy houses (case prodigio), costruite nel periodo di Elisabetta I, nei decenni a cavallo del 1600: enormi e appariscenti case di campagna di proprietà di famiglie ricche e/o aristocratiche. Spesso si trovano in collina, in modo da dominare il panorama (to see and be seen), lungo le strade principali, in modo da facilitare le visite della Regina Elisabetta (ripeto: la Prima, non la Seconda), che veniva ospitata dalle famiglie più in vista del Regno durante le sue visite alle varie città inglesi.



Harwick Hall e le altre "case prodigio" erano quindi progettate per impressionare (oltre che per ospitare il seguito della Regina, circa 150 persone). Avevano superfici vetrate in quantità mai vista in precedenza, e il vetro era costoso. Inoltre, questo periodo (tardo XVI secolo) era il primo in cui le fortificazioni private non erano più necessarie. Immagino Robert Smythson, l'architetto di Hardwick Hall, che spiega a Bess di Hardwick, la sua cliente, che "il vetro e' il futuro, le pareti in legno o in pietra sono scure, tristi, pesanti, hanno stancato, ci vogliono finestre, finestre e poi ancora finestre!"

E alberi ad ombrello sotto cui ripararsi quando piove, aggiungo io.


Da qualsiasi angolo la si guardi, Hardwick Hall e' maestosa e manifesta perfettamente il benessere economico della sua proprietaria.


... proprietaria che aveva anche un monogramma. "ES", non troppo dissimile da quello di Elisabetta I. Questa pare la facciata dell'edificio, visto che - a mio parere - il percorso migliore attraverso i giardini di Hardwick Hall porta qui. Invece e' - deve essere - il retro, visto che non ci sono porte d'ingresso. A meta' del portico si trova una statua di Bess di Hardwick, la padrona di casa.


Bess di Hardwick, dicevamo. Contessa di Shrewsbury, nata Elizabeth Cavendish nel 1527, morta nel 1608. Sposata quattro volte, ricchissima grazie a ottimi investimenti, "Bess" era la nonna di Arbella Stuart, potenziale erede al trono di Scozia e d'Inghilterra.
Questo ritratto della regina Elisabetta I, consegnato a Hardwick Hall nel 1599, rammentava ai visitatori che la Contessa e la Regina erano in ottimi rapporti. Il dipinto è alto due metri e ventitré centimetri, difficile da ignorare.



Come illustrato bene dalla serie televisiva degli anni Settanta Upstairs, Downstairs (e dal suo remake di vent'anni fa), nelle case inglesi la servitù stava al piano terreno (o nel sotterraneo), i padroni stavano al piano di sopra, o in quello ancora più in alto, nel caso di edifici con più piani. A Hardwick Hall questa gerarchia si vede anche nelle dimensioni delle finestre, che diventano più grandi man mano che si sale.


Questa e' la cucina, al pianterreno. Il gigantesco forno, a sinistra alle mie spalle, sostituì un camino con fiamma quasi libera, secoli fa. Notare le finestre relativamente basse, se confrontate con quelle del primo e del secondo piano.

Arazzi. E gente che indossa la mascherina protettiva. Lo faccio notare perché in Italia si sentono spesso cose imprecise, riguardo a quello che succede in Inghilterra, tra cui il fatto che "nessuno indossa la mascherina", oltremanica. Mica vero. Pochi giorni dopo la visita a Hardwick Hall sono andato a fare la spesa settimanale al supermercato Waitrose a Egham, vicino casa, e ho prestato attenzione: ho visto due persone, sui circa cinquanta clienti presenti, senza mascherina.



Arazzi e dipinti nella Long Gallery del palazzo.


Altri arazzi.


Bess di Hardwick era un'ottima imprenditrice, capace di fare investimenti redditizi (miniere, laboratori vetrari) e attenta ai dettagli. Nella foto a sinistra si vede l'archivio dei documenti della casa: un'intera stanza con i muri ricoperti di cassetti numerati in cui veniva riposto e conservato ogni documento relativo alla casa e alle aziende della Contessa. A destra un baldacchino rosso vermiglio che faceva parte di un sontuoso letto.




Tanti, tanti arazzi... ma sinceramente l'esterno della villa mi e' piaciuto di più, forse perché desideravo stare all'aria aperta. Belle soprattutto le tante "entrate" (nel pre-giardino, nel vero giardino, nel parco davanti alla villa) con portali ad arco.

Un oggetto sconosciuto, subito dopo l'ingresso nel palazzo. Avrebbero potuto utilizzarlo nei film di Harry Potter... e se li avete visti, Hardwick Hall dovrebbe esservi familiare: era la villa dei Malfoy in Harry Potter e i Doni della Morte parte 1 e 2.


Secoli dopo la morte di Bess di Hardwick, il palazzo, gli oggetti (compresi arazzi e dipinti) e le aree verdi circostanti vennero accettati dal Ministero del Tesoro britannico a parziale saldo delle tasse di successione dovute all'erario. La villa data in gestione al National Trust nel 1959. Due cose mi vengono in mente: primo, le esorbitanti tasse di successione! Secondo, il National Trust riceve in "regalo" palazzi e oggetti del genere perché sa gestirli, restaurarli, mantenerli e proporli al pubblico. A pagamento, certo, e nessuno si aspetterebbe di goderne gratuitamente.



Uno deve riconoscere i propri errori, quindi faccio pubblica abiura: gli smartphone non sono ancora in grado di sostituire le vere macchine fotografiche. Volevo viaggiare leggero, l'ho fatto: niente reflex, niente grandangolo, solo un iPhone 7. E i risultati si notano.



Qui sotto: una vista di una sezione della proprietà in disuso.


Chiudiamo con un po' di fiori.


Grazie per essere arrivati fino alla fine. Alla prossima volta!



Argomenti: foto Gran Bretagna, National Trust, ville e palazzi inglesi

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