Il giorno in cui rischiai la vita tre volte a Taiwan

Un terremoto, un incidente di pesca, e la lotta alla criminalità a Hualien

21/10/2012 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Stai a casa, lavori, mangi, dormi, segui la tua routine quotidiana, e una giornata pare identica alla precedente. Poi parti per un viaggio,una vacanza, e ti pare che le ventiquattr'ore delle tue giornate si moltiplichino: fai cosi' tante cose, vedi cosi' tanti posti, vivi cosi' tante emozioni che pare impossibile ti siano successe in poche ore o in pochi giorni, anziche' in mesi.

Ecco, appunto, oggi e' stata una giornata cosi', per me, a Taiwan.

Partenza da Jiaosi, sulla costa nord-orientale di Taiwan, col treno locale delle undici e diciannove verso Hualien (cioe' verso sud). Niente di memorabile, forse... se siete abituati a viaggiare su treni che hanno le porte aperte. Una sola, in realta', e magari e' stata chiusa dopo pochi chilometri di viaggio. Pero' una porta aperta su un treno in movimento non l'avevo ancora vista.

Visitiamo il vecchio villaggio di Sincheng, lontano da quello nuovo dove si trova l'omonima stazione (i cui lavori di ristrutturazione sono iniziati oggi, con una grande cerimonia). Ci sono case vecchie ottant'anni, cosa rara a Taiwan, dove l'industria edilizia prospera e si costruisce a tutto spiano. Un gruppo di ragazzine (sui vent'anni, a occhio e croce), arrivate in scooter, sta fotografando le stesse case che sto fotografando io. Devo essere l'unico occidentale nei dintorni, alcune di loro, tra risolini vari, cercano di convincere una della comitiva a venire a dirmi "I love you", prassi abituale a cui l'occidentale in visita in Estremo Oriente non dovrebbe dare troppa importanza: e' come se Stevie Wonder vi dicesse che somigliate a Brad Pitt. La ragazzina non trova il coraggio, io le sorrido allontanandomi, credo sia felice comunque.

Coda di mezz'ora abbondante per prendere il pullman, sotto il sole cocente. Tanti hanno l'ombrello, tutti hanno un cappello o la tipica visiera che si usa in Asia, attaccata ad un cerchietto per capelli. La cosa che mi colpisce e' che una coda cosi' ordinata l'ho vista solo in Inghilterra, a Mansfield, Nottinghamshire, alla prima di Jurassic Park, molti anni fa: come quella coda, anche questa si snoda come le spire di un serpente, a volte l'una parallela all'altra, a volte con incroci di gente che procede lentamente in direzioni differenti. In breve: nessuno che provi a svicolare davanti agli altri, nessuno che si affianchi da furbetto aspettando il momento giusto per guadagnare una posizione.

Scendiamo dal pullman dopo un percorso di dieci minuti, arriviamo alla spiaggia dove si sta svolgendo il Taroko Music Festival. "Taroko" e' il nome del parco nazionale in cui si trovano le gole dell'omonimo fiume. Pianoforte, violini, contrabbasso. Eseguiranno brani di Schubert, Mozart, e altri. Ascolto, osservo, apprezzo, mi allontano per qualcos'altro che sta accadendo a qualche centinaio di metri di distanza.

Una barca da pesca a motore si e' avvicinata alla spiaggia. Dalla spiaggia parte una lancia che porta ghiaccio a bordo e riportera' pesce a riva. Gia' in passato, a Hualien, ho fotografato quest'evento che attira sempre l'attenzione dei turisti e dei taiwanesi. Ma la lancia, questa volta, non raggiunge la barca dei pescatori usando il proprio motore: parte invece dalla riva un uomo, nuota con un'estremita' della corda attaccata in vita, mentre l'altra estremita' e' attaccata alla lancia, a riva. Arrivato alla barca dei pescatori, passa la cima a uno a bordo, e con un argano la lancia viene lentamente tirata fin alla barca. Scaricano il ghiaccio, riutilizzano gli stessi contenitori per caricare il pesce. La lancia riparte, stavolta c'e' un uomo a bordo, il motore e' in funzione, la lancia arriva rapidamente a riva, gli uomini che hanno preparato la lancia le attaccano un cavo, l'altra estremita' e' attaccata ad un bulldozer. Il bulldozer inizia a tirare la lancia verso la spiaggia, il cavo si strappa improvvisamente e parte come una frusta, pare non sia stato colpito nessuno, sospiri di sollievo.

Ritorno alla comitiva con cui sono arrivato. Mi siedo sulla spiaggia, su un telo impermeabile steso sulla sabbia scura, vicino a mia moglie. Gli orchestrali stanno suonando un brano di un compositore italiano (non e' Vivaldi ne' Albinoni ne' Verdi, riesco ad appurare solo questo). Poi sento un tremore sotto il didietro. Non e' il cellulare nella mia tasca. Guardo mia moglie e, prima ancora che io apra bocca, mi dice "Si', era una scossa di terremoto". Tranquilla. Sospetto che tanti non ci abbiano neppure fatto caso, in spiaggia, in preda all'estasi musicale (e soprattutto abituati a varie scosse al giorno, tutti i giorni dell'anno). Devo ammettere che le scosse di terremoto mi irritano abbastanza, per dirla col self control britannico che occasionalmente ho.

Il concerto finisce, ma sento qualcuno che suona il classico "Santa Lucia", probabilmente il brano italiano piu' noto a Taiwan. E' uno dei volontari dell'organizzazione del festival, e sta suonando soffiando in un filo d'erba, mentre una volontaria regge il microfono. Segue "O' Sole Mio", poi finalmente (siamo a Taiwan o in Italia?) un brano tradizionale taiwanese che non conosco. Se pensate capiti tutti i giorni di sentir suonare due brani di musica popolare italiana su una spiaggia vulcanica dall'altra parte del pianeta, in queste circostanze ... avete una vita piu' interessante della mia.

Ci allontaniamo, prendiamo il pullman-navetta che ci riporta a Sincheng (la stazione, non il vecchio villaggio), dove prendiamo un taxi verso Hualien, visto che siamo in otto e abbiamo una sola auto a disposizione. A Hualien mangiamo bene, e mi rendo conto d'aver perso il tappo di un obiettivo Nikon, il cui costo si avvicina al bilancio di vari Paesi in via di sviluppo...

A cena finita la comitiva si sparpaglia nella zona del mercato notturno di Hualien. Mia moglie - che pur avendo assistito alla scenetta nel villaggio di Sincheng sa bene che non somiglio a Brad Pitt - mi da' appuntamento tra mezz'ora. In quella mezz'ora mi ritrovo a farmi fotografare con un tizio in costume da Uomo Ragno, cosa inusuale, considerato che e' stato il tizio a chiedere a me di farsi fotografare insieme.

Mostro le foto a mia moglie. "L'Uomo Ragno t'avra' scambiato per Daniel Craig/007", sfotte. Continua la passeggiata a Hualien, e' sabato sera e c'e' ancora piu' gente in giro che durante la settimana. Entriamo in una grande pasticceria, con una mezza dozzina di commesse; siamo qui per acquistare la colazione per domani, sospetto che l'idea di mangiare dolci (anziche' dumplings, riso o noodles) a colazione sia legata alla presenza di un occidentale nella comitiva. Mia moglie mi segnala la presenza di un barattolo di Nutella, mi preparo a scattare una foto per documentarne il prezzo, ma sentiamo dei botti. Pensiamo a dei fuochi d'artificio, o che sia caduto un vaso di vetro, qualcosa di molto differente sta succedendo: due tizi armati di spranghe stanno facendo a pezzi la vetrina del negozio, che esplode in mille frammenti. Urla delle commesse, un paio di signore sono colpite da schegge, i due tizi risalgono su uno scooter; io poso lo zaino a terra e faccio la cosa che meno mi sarei aspettato da me stesso: corro attraverso il negozio, arrivo a mezzo metro dai tizi in fuga sullo scooter, li rincorro sperando di riuscire a dare un calcio al retro dello scooter per sbilanciarlo. Rallentano per girare in una strada laterale, mi avvicino correndo a perdifiato, sarei a distanza di spranga, ma purtroppo sono disarmato e loro, per fortuna, non sembrano capaci (o interessati) a colpirmi mentre li inseguo. Dopo un paio di centinaia di metri corsi a velocita' che non raggiungevo da almeno vent'anni devo cedere; a chi si trovasse in situazioni del genere suggerisco di non sprecare fiato urlando insulti in italiano ai criminali inseguiti, durante la corsa.

Sono stranamente calmo, neppure un po' di batticuore, cosa che mi sarei aspettato con una corsa cosi'. Tornando indietro trovo mia moglie e il resto della comitiva (la mia famiglia taiwanese: suocera, cognate, un cognato, una zia) che, preoccupata a morte, mi sono venute dietro a velocita' piu' moderata. "E se avessero avuto una pistola?", mi dice. Mi spiace, ma i momenti in cui giusto e sbagliato sono divisi da una linea netta sono rari, di questi tempi. Questo era uno di quei momenti.

Arriva la polizia, nessuno ha visto niente (ci credo, siamo alla periferia di Hualien, in questa zona c'e' solo un altro negozio, e l'illuminazione stradale non e' quella della strada principale). I due tizi in scooter avevano l'elmetto e qualcosa davanti alla faccia, e io non sono neppure riuscito a leggere la targa dello scooter.

Arrivati a casa dei nostri ospiti scopro che la sera non e' ancora terminata: sono sopravvissuto ad un cavo che vola come una frusta a pochi metri da me, ad un terremoto, ad un incontro con Spiderman, ad un inseguimento tipo Black Rain (per fortuna non ho fatto la fine di Andy Garcia), ora m'aspetta una sessione forzata di reiki casalingo per liberarmi delle energie negative, mentre il resto della comitiva - nella stessa stanza - guarda Hancock, con Will Smith.

Aggiornamento 29/10/2012


E' poi saltato fuori che i criminali erano tre, su due scooter, il primo se n'e' andato prima degli altri. Il giorno successivo, un secondo negozio della stessa catena di pasticcerie taiwanesi e' stato attaccato nello stesso modo. Pare sia una questione di debiti di gioco del fratello del proprietario. Nel frattempo, la reputazione del sottoscritto e' passata da 'incosciente' (per moglie e cognate) a 'eroe' (per i nipoti).


Argomenti: crimini, da paura, disastri naturali, eventi, Hualien e dintorni, Taiwan

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