"Rough Ian" e Ambrogio Fogar: no, non si somigliano

06/02/2008 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Un'amica italiana ha suggerito un'analogia tra le imprese di Ambrogio Fogar e la camminata da Finisterre a Istanbul di Rough Ian (di cui ho scritto ieri su www.nonsolo.affari.to/news/667) .

Piano coi paragoni. Non dico che Fogar fosse Superman e Ian una merdaccia, o viceversa, ma ...non mi pare facciano cose simili, e non credo vadano alla ricerca delle stesse cose.

Ambrogio Fogar era un altro genere di viaggiatore. Ian e' un programmatore (e come tale poco dotato per la comunicazione tra esseri umani) (e lo dico da programmatore) con una lieve forma di daltonismo (se avete visto il suo sito magari l'avrete intuito), alto quasi un metro e novanta e pesante circa 125 chili, che viaggia a piedi quando l'essere senza lavoro glie ne da' la possibilita'. Non uno sportivo, non uno alla ricerca di avventure estreme, non uno interessato ai record (lode a lui per questo). Non ha legami familiari che lo tengano a casa, e' silenzioso fino a che non beve (poi inizia a raccontare di sua zia che odia i tedeschi per via del Blitz, e di quando vide un italiano viaggiare, per ordine della mamma, con una forma di formaggio nello zaino), contrario alla pratica sportiva, alle pulizie di casa, e a qualsiasi movimento che non sia l'andare al pub, come dice lui stesso sul suo sito. Conoscendolo personalmente, direi che del viaggiare a piedi lo attirano, soprattutto, i bassi costi, i tempi lunghi, l'essere "lontano da".

Sulle differenze tra attitudine italiana e inglese nei confronti dei viaggi e delle avventure.

Non sono gli Ambrogio Fogar (e i Reinhold Messner, o i Patrick de Gayardon, o i Ranulph Fiennes), secondo me, che rappresentano il carattere di una nazione. Quelle sono eccezioni, cacciatori d'adrenalina e di esperienze intense, e possono nascere anche in un Paese di sedentari che non sanno cosa sia un fuso orario. Ian e' invece un uomo molto "medio", con i suoi pregi e i suoi problemi, le sue contraddizioni (un nemico dell'attivita' fisica che fa 4.000 km a piedi), e che rappresenta bene l'inglese medio, pronto ad andare a vivere in Bulgaria se la vita a Slough costa troppo, o a trasferirsi dal'altro capo del mondo se la sua ditta glie ne da' la possibilita'. La minoranza sparuta di italiani disposti a fare lo stesso viene probabilmente da famiglie che hanno saputo stimolare la curiosita' dei figli fin da piccoli, hanno proposto loro un mondo che aveva piu' opportunita' e cose interessanti che pericoli, e han detto loro di fare cose, anziche' parlarne.

E con questa frase, arrivata dopo oltre 2500 caratteri, mi sono tagliato la lingua (o le gambe) da solo...



Link: trek08.roughian.com
Argomenti: antropologia spicciola, camminare, esplorazione

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