Cronaca di un pomeriggio a Singapore: un seminario informatico
03/03/2010 | Claudio_VL | 0 commentiOggi vi parlero' di un pomeriggio a Singapore in cui sto prendendo parte ad un seminario informatico dal titolo "Transform Your Disaster Recovery Strategy". Non vi eccitate troppo.
13:00. Pausa pranzo, usero' quest'ora per raggiungere il civico 31 di Kaki Bukit Road 3. Scendo di ventiquattro piani in ascensore, arrivato a terra trovo la folla dell'una, parecchio piu' agguerrita di quella che incontrerei se andassi in pausa pranzo al solito orario, le due. Al pianterreno della Tower Four di Suntec City mi faccio largo a colpi di machete e di ginocchiate, tra un gruppo di vasti turisti americani e un altro di monaci buddisti attaccati al cellulare. Accellero. Scendo di un piano per girare intorno alla Fontana della Ricchezza evitando cosi' il traffico della piazza. In compenso mi trovo a fare slalom tra lente ragazze in pausa pranzo. E dire che i singaporiani si vantano della loro rapidita' e del loro frenetico stile di vita ...
13:10. Raggiungo la fermata del 36 al Suntec Convention Centre. C'e' poca gente. Per poco non perdo il pullman, che e' arrivato alla fermata nascosto dietro all'857 barrato. Salgo, striscio la EZlink card e mi siedo. Il guidatore e' brusco, frena e accelera in modo poco fluido, ma forse e' colpa del traffico. Oppure sara' come mi diceva l'autista del pulmino che a volte prendo per andare in ufficio: sia SBS Transit, che gestisce i pullman di linea, che le aziende private come ComfortDelgro, hanno assunto di recente un gran numero di nuovi autisti provenienti dalla Cina, spesso con inglese molto traballante. Quegli autisti pare siano pagati meno di quelli singaporiani e malesi. Non so se sia vero, ma l'autista che me l'ha raccontato non guida piu' il pulmino delle otto e venti.
13:30. Sono sceso dal 36 ad una fermata differente da quella raccomandata da GoogleMaps, eppure sono sopravvissuto. Non grazie alle decine di scolari che affollano questa fermata e che pare trovino divertente correre da un'estremita' all'altra della fermata urtando piu' persone possibili.
Arriva il 15, il bus che dovrebbe portarmi a due passi dalla mia destinazione. Mi salva dalla perenne canicola di Singapore.
C'e' spazio per sedermi, bene. L'aria condizionata a bordo e' piu' gelida che sull'autobus precedente, ma fuori ci sono i solito 32 gradi singaporiani, e a queste temperature faccio fatica a ricordarmi che mettere nello zaino un maglione potrebbe essere una buona idea. Ma vorrei rassicurare le mamme italiane (e non solo la mia): anche gelida e con 32° fuori, l'aria condizionata non fa venire il raffreddore o altri malanni, neppure ad un esemplare poco robusto come me.
Vi ricordate la definizione di "felpa", no? La felpa e' il capo di abbigliamento che i figli devono indossare quando le mamme hanno freddo". Ma divago.
13:55. Arrivo al 31 di Kaki Bukit Road 3 (certo, ce ne sono altre due, di Kaki Bukit Road), al Techlink, il centro dove si svolgera' il seminario (ricordiamolo: il titolo e' "Transform Your Disaster Recovery Strategy", "Trasforma la tua strategia per il recupero post-disastro informatico"). La prima cosa che noto e' l'enorme food centre al pianterreno: molte decine di tavoli circondati da una trentina di chioschi che vendono cibo d'ogni tipo: cinese, malese, indonesiano, indiano, tailandese, vietnamita, e mi pare d'aver visto anche un paio di chioschi di cibo per vegetariani. Peccato non avere il tempo per fermarmi!
14:00. Ma c'e' un solo presentatore di seminari, a Singapore? Porus, si chiama, e pare un burocrate sovietico degli anni settanta, ma con meno carisma. L'ho gia' incontrato ad un precedente seminario Oracle, e mi chiedo come faccio a trovarmi cosi' spesso in situazioni che per me, sviluppatore e amministratore di database MSSQL e MySQL, sono un po' inusuali... prima o poi finiro' col seguire un derby Juve-Toro sedendomi nella curva sbagliata, quella granata!
La presenza di Porus non dovrebbe stupirmi. Il seminario e' su Oracle, ed e' scontato che non ci sia un numero illimitato di esperti in questo specifico settore, a Singapore come altrove. Certo, ce ne fossero perlomeno due sarebbe gia' un raddoppio.
14:01. Mi sono appena reso conto d'aver commesso un grave errore: non grave quanto il non acquistare azioni di Yahoo! nel 1992, ma pur sempre un errore. Sono arrivato alle due, orario d'inizio per la registrazione al seminario, ma il seminario vero e proprio iniziera' solo alle due e mezza. E per arrivare qui cosi' presto ho saltato il pranzo! Il mio stomaco mi da' del deficiente, e sfrutto questa mezz'ora per controllare se ci sono nuove richieste di supporto sull'email del lavoro (non ce ne sono), se Oracle e' sempre scaricabile gratuitamente per Linux (lo e'), e se e' arrivata la fattura per un ordine di Lego che ho fatto su un negozio ospitato da Bricklink.com . No, la fattura non e' arrivata, e dopo un tira e molla con la venditrice neozelandese, mi arriva la fattura.
14:30. Il seminario non inizia, qualcuno e' in ritardo. Mi pare d'aver gia' visto un paio di partecipanti all'altro seminario Oracle cui avevo partecipato. Difficile dirlo: si somigliano tutti, secondo me, gli amministratori di database Oracle...
In totale saremo una quindicina. Io sono l'unico occidentale.
14:50. Finalmente si inizia! Due ore e dieci minuti di presentazione teorica - con l'obbligatorio slide show su Powerpoint letto riga per riga - di funzioni e applicazioni che non ho e non usero' a meno che l'azienda per cui lavoro non abbandoni i database Microsoft per Oracle. Oracle Streams, Oracle Golden Gate, Oracle Active Guard. Prodotti che paiono interessanti, ma sembrano tre applicazioni che avrebbero dovuto essere riunite in un solo prodotto.
Porus lascia il seminario due volte per rispondere al cellulare. E lui e' il conduttore del seminario! Fortuna che non e' un evento a pagamento.
Come ho gia' detto al mio responsabile in azienda, questi seminari (leggi: presentazioni commerciali) sono interessanti, ma non sono "formazione" e non sostituiscono una vera formazione professionale; al massimo, e con molto ottimismo, si puo' dire che la integrino, fornendo idee. A me, per esempio, durante questo seminario e' tornata in mente l'idea di piazzare i cinque dischi rigidi in orizzontale, come inizialmente pensato, e non in verticale, come nel progetto attuale, nel mio NAS fatto coi Lego.
Porus fa qualche domanda ogni tanto, e se le risposte sono esatte, elargisce omaggi (leggi: merchandise) che pubblicizzano Oracle o, piu' spesso, l'azienda di consulenza per cui lavora. Sembriamo delle foche ammaestrate. Pronti a dire e fare di tutto pur d'ottenere gratis un tappetino per il mouse; dev'essere un istinto radicato negli informatici: anche allo SMAU di Milano si lotta per ottenere qualsiasi cosa sia in omaggio, che serva o meno.
Sono quasi le cinque, un partecipante si alza. Porus sta rispondendo alle domande finali, il tizio deve andare via. Altri due si accodano, hanno notato un varco nel muro di parole e ci si infilano. Io mi accodo. Porus ci ricorda che prima dobbiamo compilare il modulo coi commenti sul corso, ma tutti l'abbiamo gia' fatto: c'e' stato tempo in abbondanza, durante i tempi morti del seminario.
17:05. Sono al food centre. Ci sono solo poche persone che stanno mangiando, ma dopotutto sono le cinque del pomeriggio. Il mio naso mi indica dove andare: un chiosco con della carne di maiale in una salsina ... la sento da venti metri di distanza. La ragazza che prepara il mio piatto non parla molti inglese, e fatico a capire il prezzo del mio pasto. Sono due dollari e mezzo... come amo Singapore, quando c'e' da mangiare! Credo potrei campare spendendo dieci dollari (5 euro) al giorno per il vitto, qui. E mangiando BENE.
La carne e' deliziosa. La salsa piccante e il riso in bianco vanno d'accordo alla perfezione, e alla fine di questo pranzo molto ritardato sono satollo e di buon umore. Troppo tardi per tornare in ufficio, faccio un giro nei dintorni, due foto. Il caldo e' ancora insopportabile, e mi riparo dal sole sotto la tettoia di una fermata dell'autobus; peccato che l'umidita' se ne freghi, della tettoia.
Il 15 arriva subito, e mi porta a Parkway Parade. Un breve giro nel centro commerciale e nel vicino Katong Plaza (altro centro commerciale, ma parecchio meno lussuoso), e via verso casa col 196 e poi col 158. Prima, ho il temp di notare due ubriachi addormentati. O forse sono solo due amici che hanno bevuto troppo in un pomeriggio torrido, e si sono addormentati ad un tavolo.
Argomenti: informatica, lavorare all'estero, Singapore, vita da nerd, vivere a Singapore
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