Undici settembre, dieci anni dopo

11/09/2011 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Quelli delle generazioni precedenti avevano la domanda "Dov'eri quando hanno sparato a Kennedy?". Noi ne abbiamo un'altra.

Dov'eri quando hanno attaccato le Torri Gemelle?

Io ero a Stanwell, in Inghilterra. Lavoravo come web application developer, che poi significa programmatore, per una ditta di trasporti, e il mio ufficio era a un centinaio di metri dal perimetro sud dell'aeroporto di Heathrow. Ero in pausa pranzo, seduto davanti al mio computer con il solito mezzo chilo di brioches, quando un collega mi disse di andare sul sito della BBC: un Boeing 767 si era appena schiantato contro la Torre Nord del World Trade Center di New York. Le informazioni erano ancora incomplete e confuse. In ufficio si inizio' a parlare di quel che stava succedendo, poi - circa quindici minuti piu' tardi - qualcuno disse "Another one!": si era schiantato un altro Boeing 767, questa volta contro la Torre Sud del WTC. Alcuni minuti di silenzio. Siamo a due passi da uno degli aeroporti piu' grandi e attivi del mondo, i miei colleghi stanno pensando quel che penso io: siamo un bersaglio anche noi.

Mezz'ora piu' tardi un Boeing 757 si schianta sul Pentagono. Un altro aereo, il Volo 93, si schianta in Pennsylvania senza colpire alcun bersaglio.

Nelle ventiquattr'ore successive, BBC e CNN correggono poco a poco la stima delle vittime, partendo da poche centinaia (la cifra finale sara' 2.977); i siti dei due principali giornali italiani parlano di ventimila morti (forse, sembra, pare), niente fa vendere quanto tragedie e catastrofi. In ufficio ci sono anche commenti sarcastici verso gli Stati Uniti. Non saranno gli unici, in Gran Bretagna: il giorno dopo, un gruppo di giocatori del Chelsea - comprese le star Frank Lampard e John Terry - vengono buttati fuori da un hotel di Heathrow, ubriachi, per aver deriso e insultato un gruppo di turisti americani in lutto per la strage.

Sono passati dieci anni dall'undici settembre duemilauno, tante cose sono cambiate:

- I controlli aeroportuali, prima troppo permissivi, sono diventati opprimenti: negli USA vengono perquisiti anche i bambini. Il racial profiling e' ovunque, tanto che un italiano medio di carnagione non pallida puo' facilmente venire fermato, scambiato per un potenziale terrorista mediorientale.
- A bordo, quando ci sediamo vicino ad un passeggero con turbante, ci vengono i brividi lungo la schiena, anche se si tratta di un sikh.
- Swissair, Sabena e altre compagnie aeree sono fallite durante la crisi successiva all'attacco.
- Le misure di sicurezza imposte dopo l'undici settembre (o "9/11", com'e' noto nei Paesi anglosassoni) costano ogni anno 5,4 miliardi di euro all'industria aeronautica.
- Gli Stati Uniti e i loro alleati (compresa l'Italia) sono da tempo impegnati in guerre in Afghanistan e Iraq.
- Gli Stati Uniti in passato avevano utilizzato i mujaheddin afghani (e Osama bin Laden) per combattere il loro storico nemico, l'Unione Sovietica, e mandarla in bancarotta con i costi di una guerra continua. E ora si ritrovano a fronteggiare una situazione simile a quella dell'URSS, come spiegato efficacemente da Ezra Klein del Washington Post, con costi militari proibitivi, tassi d'interesse bassi, e la bolla speculativa del 2007-2008, effetti a lungo termine degli attacchi dell'undici settembre.

Continueremo a volare comunque. Anche solo con l'immaginazione.


Argomenti: Stati Uniti, storia, terrorismo

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