Dieci momenti imbarazzanti in viaggio

Quando dici o fai la cosa sbagliata nel momento sbagliato

05/10/2011 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Sei in viaggio, stai visitando posti spettacolari, hai incontrato persone simpatiche, e ... capita qualcosa cosi' imbarazzante da farti venir voglia di scavare una buca e nascondertici dentro. O di buttar dentro alla buca il tuo compagno di viaggio.

1) Sto attraversando in moto la Francia per andare in Irlanda. Mi fermo a dormire nel campeggio di Nuits St. George, non lontano da Digione. Conosco una comitiva composta da francesi, danesi e inglesi, mangiamo e beviamo qualcosa insieme, poi andiamo in un villaggio vicino e visitiamo la discoteca campagnola locale, dove un immigrato italo-francese mi offre varie birre. Rientriamo in campeggio verso l'una piuttosto alticci (fortunatamente il guidatore designato e' astemio), vado a dormire dopo una sana vomitata. Il mattino dopo non trovo il portafoglio. Non c'e' da nessuna parte, senza quello non ho i soldi per pagare neppure il campeggio, ma soprattutto non ho documenti. Sono nei guai.

Passo la giornata ripercorrendo il percorso della sera prima, accompagnato dagli amici francesi (inglesi e danesi sono partiti). Andiamo anche al consolato italiano a Digione, ovviamente chiuso (e' domenica), e nel pomeriggio, ritornato al campeggio senza avere un'idea su come risolvere la situazione, ritrovo il portafoglio. Era al fondo del sacco a pelo, dove l'avevo messo per sicurezza, per evitare di perderlo. Quando lo dico ai miei neo-amici francesi loro, giustamente, mi sollevano e mi portano allo stagno del campeggio, dove mi gettano nella parte piu' fangosa. Beh, me lo sono meritato.

2) Sono in taxi a Taipei (Taiwan), il tassista parla un inglese decente e ha voglia di parlare. Mi chiede di che nazionalita' sono. Alla mia risposta, mi chiede se e' vero che la liberta' di stampa in Italia e' limitata come ai tempi di Mussolini. Il commento mi irrita, right or wrong it's my country come dicono giustamente gli statunitensi, e gli rispondo che sono situazioni molto differenti. Mi dice che ha letto delle domande fatte a Berlusconi da un giornale, mi chiede se SB ha risposto. Non credo, gli rispondo. "Ah, come Xyz (un politico taiwanese) che poi e' finito in galera!", dice. No, non proprio, purtroppo.

3) Sono da amici a Taoyuan (Taiwan), c'e' una partita di baseball in tv, ma per rispetto verso l'ospite, il padrone di casa cerca - e trova - una partita di calcio. Sono lontano dallo schermo e non vedo i nomi delle squadre, dopo pochi secondi vedo un portiere colpito da un oggetto, credo un razzo. Altri razzi gli cadono vicino. Intorno a me ci sono commenti preoccupati per la salute del portiere. Mi avvicino alla tv: la partita e' Inter-Milan, per la Champions League. Un amico mi chiede se succedono spesso cose del genere nel calcio italiano. Un altro menziona uno scooter lanciato dagli spalti a Milano, anni fa. La partita nel frattempo e' sospesa, e una mano pietosa cambia canale, si ritorna al campionato taiwanese di baseball, per fortuna.

4) Anno 1989, sto visitando il villaggio di Ambleside, nel Lake District inglese. Negli ultimi dieci giorni non ho pronunciato neppure una parola in italiano, a parte le conversazioni telefoniche con la mia famiglia in Italia, e mi manca un po' il suono della nostra lingua. Vedo una comitiva di vacanzieri italiani che cammina davanti a me. Mi avvicino ad uno di loro, e alla frase "Scusate, che ore sono?", detta da me in italiano con lieve accento torinese, i connazionali rispondono con le memorabili parole "Sorry, no English! Sorry, no English!". Sei italiano, vai in Inghilterra, qualcuno ti si rivolge in Italiano e rispondi cosi'?

5) Per far capire quanto sia (o fosse) facile riconoscermi come italiano. Quando visitai Londra per la prima volta, nel 1987, entrai da solo un una pasticceria e acquistai delle paste. Non feci conversazione, mi limitai a indicare quel che volevo dicendo "this one", "that one", "that one too". Al momento di pagare mi sposto di fronte alla cassa, e il negoziante dice, testuali parole: "Ma sei di Torino?". Era italiano, e la mia cadenza torinese era facilmente identificabile anche solo dicendo due parole in inglese. Boia faust!

6) Isole Perhentian, in Malesia. Siamo a cena in un ristorante molto rustico, sulla spiagga, e a qualche tavolo di distanza c'e' una comitiva italiana, credo di Roma. Hanno ordinato tutti pizza (ovvio, si va dall'altro capo del mondo cercando di evitare di conoscere cose nuove, no?), e ora si stanno lamentando con il ristoratore perche' le loro pizze non sono esattamente come quelle che fa il pizzaiolo all'angolo vicino a casa loro.

La prossima volta state a casa, per favore, OK?

7) Passo del Nivolet, duemilaseicento metri di quota, montagne incantevoli tutt'intorno, laghi blu intenso, qualche isolato rapace veleggia alto in cielo, piccole nuvole giocano al girotondo intorno alle cime. Una coppia vestita elegantemene scende da una costosa auto e mi si avvicina. Lui mi chiede "Dov'e' il punto panoramico?". Rispondo "Esattamente dove ti trovi ora".

8) Breve vacanza in Galles: mia madre (italiana, aspetto italico, 1,60cm circa, capelli neri), mia moglie (taiwanese d'etnia cinese, 1,53cm, capelli neri, occhi a mandorla) ed io (italiano, 1,84cm, capelli chiari). La terza sera, a cena, sento che la titolare del bed & breakfast di campagna in cui ci troviamo, chiede in inglese a mia madre "Che cosa ne pensi di tuo genero?". Traduco la domanda per mia madre, senza capirne il senso. Poi mia moglie ed io ci guardiamo, capiamo e cerchiamo di trattenere le risate: la signora del B&B pensa che mia madre sia la madre di mia moglie (e che io sia il genero), nonostante la prima sia d'aspetto completamente italiano e la seconda sia d'etnia cinese! Lieve imbarazzo...

9) Sono in campeggio a Cagnes, vicino a Nizza, in Francia. Siamo appena arrivati in bici, dopo una pedalata da Limone Piemonte. No, non direttamente, abbiamo dormito in un altro villaggio, prima di scendere verso la costa azzurra, siamo viaggiatori, non sportivi!
Appena dopo l'ingresso del campeggio di Cagnes c'e' una folle rampa per arrivare all'area in cui si piazzano le tende; io e il mio compagno di viaggio saliamo a fatica (piu' io di lui) spingendo le nostre bici. Arrivati in cima iniziamo a preparare la tenda, ma arriva la titolare del campeggio e ci chiede se possiamo farle da interpreti: c'e' una famiglia straniera che non riesce ad esprimersi in francese, che secondo la signora sono italiani. Andiamo, baldanzosi e sempre pronti a correre in soccorso di chiunque abbia bisogno d'aiuto. Dopo qualche frase con la famiglia straniera, capiamo che sono polacchi, e noi non parliamo polacco. La signora del campeggio ci guarda come fossimo degli impediti incapaci di parlare la nostra lingua.

10) In aereo, ogni volta che i passeggeri applaudono al momento dell'atterraggio. Nessun premio a chi indovina la nazionalita' degli unici passeggeri che applaudono.


Se in viaggio non ti capita mai di sentirti in imbarazzo, dai un'occhiata alla faccia dei tuoi compagni di viaggio, ogni tanto: probabilmente sono loro, ad essere in imbarazzo per te.


Argomenti: abrasioni superficiali, antropologia spicciola, liste

Commenti (0)Commenta

Non ci sono ancora commenti.

Domanda di verifica

Rispondi alla domanda seguente usando una sola parola, nessun numero.
La bandiera italiana e' ..., bianca e rossa


Codici consentiti