Recensione Hotel Bed and Breakfast Catering Lin's Inn, Ruisui, Taiwan
Qualcosa più che un bed & breakfast: un inno ai dettagli.
25/12/2017 | Claudio_VL | 0 commentiNon sempre si riesce a scrivere di qualcosa immediatamente dopo averla provata, assaggiata, sperimentata. A volte ci vuole tempo per digerire l'esperienza, altre volte ne scrivi e non sai come "chiudere" il post, perché la chiusa ci vuole, il lettore se l'aspetta. Per cui a volte si finisce col troncare un testo senza terminarlo davvero. Capito' a Camus, a Mark Twain con The Mysterious Stranger, e ... chi sono io, per avere la pretesa di concludere qualcosa?
Dimenticavo: Buon Natale!
Parliamo dell'Hotel Bed and Breakfast Catering Lin's Inn a Ruisui, Taiwan
Jesse mi racconta la storia dell'edificio. Era la casa della sua famiglia, non hanno altri alberghi o case da affittare. A Taiwan la distinzione tra b&b, self catering, case in affitto e "alberghi" è una zona grigia, non è netta come piacerebbe a me. Con Jesse parliamo in inglese e a volte anche in tedesco, visto che ha lavorato in Germania e le piace parlare tedesco, come a me. Mi spiega che la casa che abbiamo affittato è un "lavoro d'amore" creato da lei e da suo fratello. Era la casa in cui hanno vissuto generazioni della loro famiglia, poi si sono trasferiti altrove, infine l'hanno ricomprata e ridecorata da zero, con una cura maniacale - direi "italiana" nel senso migliore dei della parola - dei dettagli. Tutti gli spigoli sono protetti con para-spigoli piccoli ed efficaci. Niente striscia, tutto si apre e chiude con click teutonici, in modo netto e preciso. Ad essere pessimista mi viene da pensare che sia un business model, ed una qualità estetica, difficilmente sostenibile a lungo termine: il posto e' probabilmente stato completato di recente, viene probabilmente ripulito in modo meticoloso dopo ogni cliente, e ... no, non mi interessa essere pessimista: il posto pare perfetto, qui, ora che ci sono dentro. Tanto basta, tanto dovrebbe bastare a chiunque.
Dall'esterno: una palazzina a tre piani con porta scorrevole in vetro vagamente giapponese. Si entra in un soggiorno arredato con gusto, stile minimalista: non c'è niente di troppo, forse qualcosa in meno del necessario (davvero necessario?). Di nuovo la sensazione che sia stato disegnato da una mano giapponese abituata a togliere tutto salvo l'indispensabile...
La cultura taiwanese e' impregnata di concetti, abitudini e modelli nipponici. Quei cinquant'anni (1895-1945) di semi-benevola occupazione giapponese hanno lasciato un segno profondo nel sistema scolastico, postale, stradale, ferroviario taiwanese, nell'approccio alla religione, al vestirsi. Ancora oggi il Giappone e' il modello di riferimento, più della Cina, aggressivo e ingombrante vicino: a Taiwan quasi tutto e' "kawaii", ed essere aggressivi/diretti/non carini con gli altri e' un peccato quasi imperdonabile, "quasi" perché ovviamente non perdonarlo non sarebbe "kawaii".
L'arredamento degli interni taiwanese, invece, ha di solito più punti in comune con Guido Gozzano che col Giappone: tante "piccole cose di pessimo gusto" (non sempre pessimo, vabbè), un horror vacui che spinge a stipare l'impossibile in ogni angolo, su ogni tavolo, su ogni davanzale, a riempire ogni vuoto. Non in questo caso, non in questa casa.
L'arredamento degli interni taiwanese, invece, ha di solito più punti in comune con Guido Gozzano che col Giappone: tante "piccole cose di pessimo gusto" (non sempre pessimo, vabbè), un horror vacui che spinge a stipare l'impossibile in ogni angolo, su ogni tavolo, su ogni davanzale, a riempire ogni vuoto. Non in questo caso, non in questa casa.
E' una casa che starebbe bene a Tokyo come a Copenaghen, di quelle che vedi nei programmi tv sui boutique hotel, gli hotel particolari e lussuosi: e' spaziosa e luminosa. Jesse e' una designer, come suo fratello, e paiono aver lavorato in modo armonioso all'interior design di questa casa.
Al pianterreno si vede la sala da pranzo, la cucina, il soggiorno con pianoforte, panca & tavolo in legno massiccio. La sensazione e' strana: l'aver "progettato" tutto, l'aver eliminato il superfluo, toglie in qualche modo personalità alla casa (ripeto, casa in affitto), e la porta a competere (per funzioni, stile, prezzo) con gli hotel delle principali catene internazionali. Ai piani di sopra (2) ci sono 4 camere da letto, appena sufficienti per la nostra comitiva di 11 persone: mogli e mariti, fidanzati, nonna. Le camere sono arredate con gusto: letti matrimoniali, divani, poltrone, tutto ultra-lindo e completamente separato dai 35 gradi che ci sono fuori.
Il letto è molto comodo ed è anche molto ampio, queen size o king size: e' largo più o meno un metro e ottanta. La camera da letto in cui dormiamo noi, all'ultimo piano, e' dotata di un eccellente angolo ufficio... in realtà un ufficio quasi completo, come dimensioni: c'è una scrivania lunga 3 metri, tante prese elettriche sotto la scrivania. Francamente ci vivrei, in questa appartamento, se non fosse che il prezzo non è esattamente modico: per l'affitto di tutto l'edificio abbiamo speso 12.000 dollari taiwanesi equivalenti a 300 sterline, per un giorno e una notte.
Ogni piccolo particolare sembra essere stato curato, "limato" con attenzione, quasi amore, o forse semplicemente una professionalità superiore alla media dei bed and breakfast (non solo di quelli taiwanesi). Una curiosità per chi già conosce Taiwan e la nostalgia taiwanese per certe cose del passato: nelle camera da letto si trovano carta intestata, timbri e bigliettini recanti il nome del Lin's Inn. E' certo un modo per farsi pubblicità, ma va incontro alla passione taiwanese per i servizi postali e per la trasmissione di messaggi importanti (simbolicamente importanti) con quel mezzo di comunicazione tecnicamente obsoleto ma emotivamente significativo che e' la posta convenzionale. Che tra l'altro e' affidabile e sempre rapida, a Taiwan.
Tutto perfetto quindi? Non proprio: quando ci si mettono di mezzo gli imprevisti ... Verso le undici e mezza di sera, dopo una lunga cena, salta la luce nella nostra camera. In quel momento avevamo l'aria condizionata accesa in tutte le stanze, tre docce in funzione, probabilmente una cinquantina di dispositivi sotto carica: io puppavo eletticita' tramite il laptop, la fotocamera, il cellulare, un pacco batteria, il tablet di mia moglie. Vedo che anche l'altra camera da letto all'ultimo piano e' senza luce, mentre quelle del piano di sotto sono ancora accese. Anche al pianterreno è saltata la corrente, quindi: pianterreno al buio, primo piano OK, secondo piano al buio. Potremmo sopravvivere, ma con due persone sotto la doccia in due camere, e il rischio di rimanere senza aria condizionata per tutta la notte (con la temperatura tropicale di questa città), contattiamo Jesse. Arriva verso mezzanotte e mezza, sistema il contatore: l'interruttore generale era fuori, lungo la strada e quindi invisibile per noi. Dopo ci fermiamo tutti a fare una chiacchierata, quasi tutti con l'accento americano, come sempre succede a Taiwan.
Una delle cose che mi piacciono, di Taiwan, e' il fatto che anche se hai speso dei soldi - tanti o pochi - non ti poni mai con l'atteggiamento di "io pago e pretendo" cosi' comune in altre nazioni che non nomineremo. Quando qualcuno si alza, salta in macchina e viene a ridarti la luce, non stai a lamentarti del fatto che e' mancata la luce, ma sei grato che sia tornata. Una spiacevole conseguenza di quest'approccio positivo, comune al Giappone e ad altri Paesi asiatici, e' che i fidanzati/compagni/mariti italiani tendono ad essere considerati sempre piuttosto lamentosi. Lo dico nel caso siate interessati ad una ragazza taiwanese o giapponese: imparare a stare zitti, o a dire qualcosa di positivo, anziché a lamentarvi. Io sto ancora imparando...
Il mattino dopo: l'esperienza conferma che il letto e' perfetto, da restarci dentro fino a mezzogiorno. Peccato che il check-out sia alle 11, e che la nostra partenza sia programmata per un orario quasi antelucano, le 10 di mattina. Mia moglie sta usando l'asciugacapelli della nostra stanza, salta di nuovo il contatore. Avvisiamo Jesse, le diciamo che non c'è fretta, tanto tra poco andremo via.
Peccato per questi problemi elettrici. Evidentemente non tutti i dettagli del Lin's Inn sono curati come gli interni. Più facile che Jesse e suo fratello, per meticolosi che siano, abbiano limitate possibilità di controllo sull'efficienza della fornitura di corrente elettrica a Ruisui. Per il momento...
Argomenti: alberghi, foto Taiwan, recensioni, Taiwan
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