Lavorare in Inghilterra: i 'benefit' del 2019

Con Brexit, le aziende cercano di attirare i lavoratori informatici in modo inusuale

13/02/2019 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Non vorrei far venire in mente idee balzane a chi non ha mai desiderato lavorare all'estero o agli anglofili che vorrebbero trasferirsi a Londra, ma ultimamente ho notato che, nelle proposte di lavoro che mi arrivano, i ruoli proposti sembrano piu' interessanti del solito, e immagino sia per la difficolta' di accaparrarsi dipendenti validi in vista della Brexit, l'uscita del Regno Unito dalla Comunita' Europea.

Cosa ho notato?

  1. Non mi arrivano più proposte d'impiego intorno alle 20/25.000 sterline/annue. I "recruiter" a volte mercanteggiano come dovessero acquistare del pesce al mercato, per cui il fatto che non inizino più da cifre palesemente basse e' un segnale interessante.

  2. Orari molto flessibili: in varie offerte erano indicate "core hours" (di solito dalle 11 alle 16) con possibilità di completare la giornata lavorativa da casa o dall'ufficio, iniziando molto presto o finendo tardi (11+8=19, quindi non particolarmente tardi).

  3. Disponibilità di riserve di capitale: i potenziali datori di lavoro cercano di rendersi più appetibili indicando che non solo pagano bene, ma che hanno i soldi per farlo con continuità (e quindi non dovranno dichiarare bancarotta tra pochi mesi).

  4. Ambiente lavorativo rilassato e senza urgenze: continuano ad arrivare proposte da aziende che richiedono candidati capaci di lavorare bene sotto pressione, ma spiccano le offerte di lavoro che, al contrario, vantano un ambiente di lavoro tranquillo e senza urgenze (sto lavorando appunto per un'azienda che finora - in un anno - ha sempre gestito bene pressione e scadenze).

  5. Ancora: "gestione dei progetti modellata sul benessere del personale". Ho visto anche questo.

  6. Pranzo aziendale una volta alla settimana: le aziende di servizi informatici e e-commerce (e servizi finanziari informatici) sono spesso di piccole dimensioni, tra 2 e 15 persone, per cui non hanno un servizio mensa, ma si impegnano a fornire un pasto alla settimana. E' poco per chi e' abituato ad avere una mensa a disposizione, ma a me non era mai capitato, in 18 anni all'estero, di veder menzionato un "benefit" del genere in un'offerta di lavoro.

Insomma, anche dopo Brexit potrebbe non essere male, lavorare in Inghillterra.


Argomenti: lavorare all'estero, lavoro, offerte lavoro, vivere in Inghilterra

Commenti (0)Commenta

Non ci sono ancora commenti.

Domanda di verifica

Rispondi alla domanda seguente usando una sola parola, nessun numero.
Due per sei uguale...


Codici consentiti