La famiglia reale britannica ed io

Pochi ma memorabili incontri casuali

27/09/2022 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Ora che il bailamme per il funerale della regina Elisabetta e' terminato, vorrei condividere qualche ricordo che mi e' venuto in mente vedendo una foto che scattai oltre trent'anni fa.

Nel 1990, dopo aver visitato in moto le isole scozzesi delle Orcadi, stavo tornando verso l'Italia, e decisi di farlo senza seguire la strada più breve, la A9, ma seguendo invece la costa orientale della Scozia. Arrivai a Wick, un paesino di poche migliaia di abitanti che non aveva niente di particolare da vedere, a parte una cosa: era in corso la visita di un membro della Famiglia Reale britannica, la Regina Madre.

Parcheggiai la mia Morini in una stradina secondaria e me ne andai in giro per la cittadina seguendo la folla. Indossavo l'abbigliamento tipico di chi fa un lungo viaggio in moto (la Scozia e' lontana, ed anche d'estate e' piovosa e piuttosto fredda), tuta in pelle più sopra-tuta impermeabile, non il massimo dell'eleganza e, soprattutto, non il massimo del mimetismo: in una città tirata a lucido per una visita della novantenne madre della Regina Elisabetta, il personale di sicurezza sicuramente mi avrà notato lontano un miglio!

Quando arrivai nella piazza principale di Wick, la Regina Madre stava passando in rassegna un'unità militare, o forse era un gruppo di ex militari in divisa? Era accompagnata da un ufficiale in alta uniforme piuttosto anziano anche lui. Se la memoria non mi inganna, a un certo punto il mio sguardo e quello della regina madre si incrociarono, ma potrei sbagliarmi: mi sa che i membri delle famiglie reali hanno lo sguardo come quello di quei quadri che continuano a guardarti negli occhi, non importa in che parte della stanza ti trovi. Dopo una mezz'ora tornai alla moto e me ne andai.





Forse il mio "rapporto" con la famiglia reale britannica nacque ancora prima, il giorno del matrimonio tra Carlo e Diana. Ero a casa di un amico, avevamo preso possesso del tavolo del tinello e stavamo assemblando modelli Airfix in scala 1/48 davanti alla TV che trasmetteva il matrimonio dell’anno, del secolo o del millennio (c’è sempre questa enfasi, quando si parla di matrimoni reali). Il mio amico stava montando uno Spitfire mentre io, antagonista come sempre, stavo assemblando un Messerschmitt Bf 109E, quindi due aerei resì famosi dalla battaglia d’Inghilterra. Fine, non c’è altro, ricordo di aver seguito il matrimonio, ma ricordo che avevamo degnato di maggiore attenzione gli aerei su cui stavamo lavorando rispetto alla coppia di sposi, come prevedibile per dei tredicenni.

Nel 2001 mi trasferii in Inghiltera. L'anno dopo stavo passeggiando con la mia futura moglie sul Long Walk, il viale rigorosamente pedonale e lungo oltre quattro chilometri che porta dalla statua di Re Giorgio III, su una collina, fino all’ingresso del castello di Windsor. Stavamo scendendo dalla collina, in quella soleggiata domenica mattina, quando notammo sul viale due auto che venivano dal castello nella nostra direzione, procedendo lentamente, come per una passeggiata.

“Ma chi può permettersi di guidare su questo viale, dove persino le bici sono vietate, persino se portate a mano? Deve essere la Regina!“, dissi.

In uno di quei rari casi in cui predico correttamente qualcosa, si trattava davvero della Regina Elisabetta, alla guida di una Range Rover non particolarmente recente, con qualcuno seduto di fianco a lei. "C’è un’altra auto dietro a quella della Regina!“, esclamò mia moglie. “Sarà Carlo d’Inghilterra!“, disse io. L’auto era una Jaguar, anch’essa vecchia di almeno una quindicina di anni (alla faccia di chi pensa che la Regina Elisabetta e il Principe Consorte vivessero nel lusso sfrenato). Alla guida, però, non c’era il futuro Re Carlo III: la Jaguar era guidata invece dal principe Filippo di Edimburgo.

Avere ragione due volte nello stesso giorno sarebbe stato troppo!

Nel 2004 o 2005 stavo andando in auto dei colleghi da Heathrow, dove lavoravamo, a Londra. Andavamo a vedere un nostro collega che recitava in una commedia teatrale. Giornata grigia ma non piovosa, siamo bloccati nel traffico in una piccola Peugeot, siamo in cinque e piuttosto stretti. L’auto davanti a noi, una costosa Mercedes cabriolet nera, inizia ad aprire automaticamente il tettuccio. “Ma guarda quante arie si da' quel tizio solo perché ha una Mercedes!”, dice un mio collega. Io, che avevo notato l’auto di fianco alla Mercedes, sulla destra, rispondo “Il tizio nei trabiccolo di fianco avrebbe più ragione a darsi delle arie, è il principe Carlo!”.

Lo osserviamo meglio: l'auto e' una vecchia Aston Martin quattro porte, scoperta, verde opaca e sporca. A bordo ci sono quattro uomini, di cui uno, seduto dietro, che sembra addormentato, con la testa appoggiata sullo schienale: e' il Principe Carlo. La nostra Peugeot e l'Aston Martin procedono affiancate nel traffico, osserviamo discretamente da tutti gli angoli possibili. Un collega propone una domanda: "Ma se e' il Principe, come mai non e' sotto scorta?", al che un altro collega fa notare che dietro all'auto verde c'e' un SUV nero coi vetri scuri, inscrutabile, il veicolo perfetto per la scorta reale. Siamo tutti convinti: nell'auto di fianco a noi c'e' davvero l'erede al trono del Regno Unito.

Le due auto svoltano a destra, noi proseguiamo e raggiungiamo il piccolo teatro, dove non incontreremo nessun membro della famiglia reale.



Argomenti: Gran Bretagna, personaggi, vivere in Inghilterra

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