Esuberi Alitalia e dichiarazioni di Vito Riggio (ENAC)

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pedrovaz1968
22-07-2014, 11:18:05

Esuberi Alitalia e dichiarazioni di Vito Riggio (ENAC)

Dal sito della RAI:

Le compagnie aeree che operano in Italia dovrebbero essere obbligate a 'pescare' nella lista degli esuberi Alitalia e lo stesso vale per gli aeroporti. E questo vale anche per EasyJet e Ryanair. Ad affermarlo, in un'intervista a La Repubblica, è il presidente dell'Enac, Vito Riggio

(non ho trovato l'intervista sul sito di Repubblica, per cui dobbiamo fidarci di quanto pubblicato dalla RAI)

La risposta di Frances Ouseley, direttore Easyjet per l'Italia, e' stata netta:
"È impensabile prevedere un obbligo del genere da parte nostra (...) È sbalorditivo dovere constatare quanto affermazioni del genere siano lontane e contrarie ad ogni principio di libera impresa"


Interviene il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti (da Reuters):
Non è possibile obbligare le compagnie operanti in Italia, comprese anche Ryanair e EasyJet, ad attingere al bacino degli esuberi Alitalia, come proposto dal presidente dell'Enac Vito Riggio.

"Sul fatto che ci sia un obbligo, io credo che questo non sia nelle cose (...) In questo momento dobbiamo agire con gli strumenti che abbiamo", ha aggiunto Poletti, spiegando come sia invece fattibile un'azione di "moral suasion" da parte di Enac, tramite le banche dati del personale abilitato e provvisto di licenze per lavorare nel settore aeroportuale."


La parola ripassa a Riggio (Comunicato Stampa n. 81/2014):
IL PRESIDENTE RIGGIO INTERVIENE IN MERITO ALLE DICHIARAZIONI DEL DIRETTORE PER L’ITALIA DI EASYJET

Il Presidente dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, Vito Riggio, interviene in merito alle dichiarazioni attribuite al direttore per l’Italia della compagnia aerea Easyjet.

“Sbalorditiva è l’ipotesi di attribuire a me un atteggiamento anti mercato e anti libera concorrenza. Non capisco perché professionalità certificate e di ottimo livello internazionale non possano essere selezionate con i propri criteri da compagnie che ormai operano stabilmente nel mercato italiano, fermo restando la loro libertà di scelta, che nessuno ha mai inteso negare, ma anche un qualche obbligo di solidarietà nei confronti di un Paese come il nostro, sempre aperto alla concorrenza, e dell’intero settore aereo nazionale che ha anche un patrimonio di professionalità da valorizzare”.

Roma, 18-07-2014

Nel mio piccolo, come lettore dotato di un paio di neuroni funzionanti, vorrei rispondere io a quel "Non capisco: perche' EasyJet, Ryanair e qualsiasi azienda straniera che si sia trovata ad operare in Italia sa che, di fronte alle "liste di assunzione" preparate dai nostri burocrati e politici c'e' sempre da sospettare: nepotismo, clientelismo e lottizzazione sono i principi ispiratori di queste liste, perche' c'e' sempre da mediare tra il bisogno di piazzare parenti e conoscenti, tesserati di questo o quel partito e sindacato.

E poi ci si chiede come mai le aziende straniere esitino ad investire in Italia!

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Redazione VL
26-07-2014, 18:01:16

Tre ipotesi per il futuro dell'Alitalia

CIao Pedrovaz,
Grazie per aver riportato l'evoluzione della diatriba tra VIto Riggio dell'ENAC e EasyJet. Allargando il discorso alla situazione complessiva di Alitalia, segnalo quest'articolo di La Stampa sulla situazione dell'Alitalia. Gia' nei primi paragrafi si capisce che Luigi Grassia, l'autore, non scrive per far felice la dirigenza Alitalia o i sindacati, infatti si chiede

Che cosa succede (...) se gli arabi si rendono conto che la situazione sindacale non è gestibile e non lo sarà mai?

L'articolo prospetta tre possibilita' per il futuro della linea aerea nazionale:

1) Fallimento: con 569 milioni di euro di perdite nel bilancio 2013, non e' che sia una prospettiva cosi' inaspettata.

2) Fare da soli ("stand alone"): continuare senza investimenti esterni, chiedendo invece nuovi finanziamenti ai soci attuali, con poche prospettive di un ritorno su tali investimenti.

3) L’aiuto di Stato: ipotesi che va contro i principi del libero mercato (e dell'Unione Europea) in modo ancora piu' sfacciato di quanto non lo sia gia' l'idea di un ingresso in Alitalia di Poste Italiane (di proprieta' dello Stato Italiano) e Etihad (di proprieta' dello Stato di Abu Dhabi). Cosa possiamo dire? Occhio al portafoglio...

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Argomenti: Alitalia, easyJet, ENAC, lavoro, linee aeree in crisi

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