Alitalia: l'enalotto del bagaglio a mano da smistare in stiva.

Code da "lowest-cost" al gate Alitalia! L'attesa in piedi ben prima dell'avvio delle operazioni d'imbarco è da fila delle poste ma la pazienza premia: sono tra i primi 50 in fila per un airbus 320 che mi condurrà a casa. Mi avvicino al desk che, con tutta la valigetta a mano, peserò in tutto sì e no 75 chili. Uno steward dall'umanità e dal garbo di una caporale della Gestapo mi requisisce il mio unico bagaglio da cabina deviandolo in stiva. Peso e misure di quel bagaglio sono molto al di sotto dei limiti massimi consentiti. (Alla Ryanair li dirottano in stiva dal 76° passeggero in poi... ma non spargete troppo la voce sennò l'Alitalia rischia veramente di fallire questa volta!) Tra casuali e involontarie gomitate, ricevute e date, riesco infine a intrufolarmi nel posto assegnatomi. Ci siamo: il portellone sta quasi per chiudersi... ma... magicamente varcano da quella soglia alcuni ritardatari. Sfilano in cabina con bagagli ingombranti e pesantissimi alimentando l'ira dei malcapitati come me. Le lamentele di 10 minuti sui disservizi dell'Alitalia rivolte agli assistenti di volo sono scene che preferirei risparmiarvi per delicatezza e tatto. Siamo pronti per il decollo. Nessun annuncio giunge dalla cabina di pilotaggio in merito alla partenza ritardata. E' il trend del momento: ognuno si personalizza e calcola il viaggio da sé. Cinture allacciate, rotule ben spremute sullo schienale, "no snack" e il volo è servito, ladies and gentlemen.