Musei italiani: se volete i miei soldi, non complicatemi la vita

La mostra dei modelli delle macchine di Leonardo al Palazzo del Collegio Raffaello di Urbino

06/06/2019 | Claudio_VL | 0 commenti

Alcune settimane fa, durante una breve vacanze nelle Marche, ho visitato una mostra dedicata alle invenzioni di Leonardo Da Vinci ad Urbino, in occasione del cinquecentennale della morte dell'eclettico artista/ingegnere/scienziato (*) . Non era a Palazzo Ducale, dove si tengono la maggior parte delle mostre piu' importanti: la mostra si trovava invece al Palazzo del Collegio Raffaello, con ingresso sotto il portico di Piazza della Repubblica, il cuore di Urbino.

(*): la 'caccia al sinonimo' e' difficile, quando si cerca una parola per descrivere Leonardo: la parola a cui si ricorre spesso e' "genio", che preferisco non utilizzare in quanto da' l'idea che ci voglia - e che basti - una botta di culo cosmica per diventare come Leonardo, nascondendo cosi' l'importanza della curiosita', del lavorare sodo e con continuita', della capacita' organizzativa, e anche della capacita' di promuovere il proprio lavoro e il proprio personaggio.

Gli anglosassoni sono piu' fortunati di noi, in questo caso: primo, perche' non hanno paura di ripetere la stessa parola, paura che a noi viene instillata dal primo 'tema libero' in prima elementare, quando ci viene sottolineate in rosso 'casa' perche' abbiamo utilizzato quella parola gia' nella riga precedente. Secondo, perche' una parola per descrivere un artista, ingegnere e scienziato eclettico ce l'hanno: polymath.


L'ingresso alla mostra era ad offerta: si entra senza pagare, ma viene suggerito di fare un'offerta come si fa, per esempio, nei musei di Londra. La mostra ospitava decine di modelli in scala (tra 1:72 e 1:100, a occhio e croce) delle macchine progettate da Leonardo, affiancati da stampe dei disegni dell'artista/ingegnere. Progetti utili com ponti, sistemi per l'estrazione di minerali, pompe per l'acqua, macchine per la lavorazione dei metalli, e altri piu' originali, che hanno contribuito a creare la leggenda di Da Vinci: le macchine volanti e l'elicottero, il carro armato, il paracadute.

Era interessante, ho scattato decine di foto, e al momento di uscire ero pronto a fare un'offerta, come suggerito dal cartello all'ingresso. Ero con mia moglie, l'ingresso alla casa natale di Raffaello Sanzio costava &eur;3,50 a persona, per cui - visto che avevamo visitato un'esposizione interessante ma meno unica - ho preparato una banconota da cinque euro. Chiedo alla ragazza dietro al banco dell'ingresso dov'e' che posso depositare la mia offerta, e lei mi dice, piu' o meno:

No, non c'e' una scatola o una cesta per le donazioni. Devo prepararle una ricevuta, quindi mi serve un suo documento d'identita' con foto, piu' il suo codice fiscale.


Mi sono cadute le braccia. La mandibola. E altre parti anatomiche.

Ho faticato a nascondere la mia irritazione, mentre spiegavo all'impiegata che non e' possibile rendere complicata e burocratica una cosa cosi' semplice come una donazione: "Un visitatore vuole darvi dei soldi, e voi gli complicate la vita?. Nei gia' citati musei di Londra, la donazione si svolge inserendo dei soldi in una scatola di plexiglas, senza dover parlare a nessuno, senza dover presentare alcun documento. Li' non ci sono ostacoli tra il desiderio di donare dei soldi e il movimento della mano che mette i contanti nella scatola. Invece, alla mostra dei modelli delle macchine di Leonardo al Palazzo del Collegio Raffaello di Urbino, gli ostacoli erano questi:

1) Come donare? Mancano indicazioni (bisogna chiedere);
2) Scoperto come donare, e' necessario un documento con foto;
3) E' necessario anche il proprio codice fiscale;
4) L'impiegata deve preparare una ricevuta (a mano, immagino);
5) L'intera procedura richiede vari minuti, che il visitatore potrebbe non voler trascorrere cosi'.

Non credo che gli organizzatori di questa mostra siano pazzi, o che abbiano collezioni personali di carte bollate, timbri e procedure burocratiche: temo pensino davvero che questo sia il modo piu' ragionevole per chiedere una donazione ai visitatori.

Cosi' i visitatori se ne vanno, e rinunciano a fare un'offerta. Mi chiedo se sia capitato anche a te che leggi, di entrare in un museo o in un'esposizione e scoprire che, nonostante le tue migliori intenzioni, dar loro i tuoi soldi sarebbe stato troppo complesso e avrebbe richiesto troppo tempo.


Argomenti: abrasioni superficiali, idee per il settore turistico, italianità, Marche, musei

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