Un giro in moto in Valle Orco, e poi il Freddie Mercury Tribute Concert

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Claudio_VL
09/12/2019, 12:20:07

Un giro in moto in Valle Orco, e poi il Freddie Mercury Tribute Concert

Scrivo questa cosa solo per invogliare i lettori di Viaggiare Leggeri a diventare autori, non c'è bisogno di esplorare la Patagonia in monopattino per avere qualcosa di cui scrivere.

Era Pasquetta del 1992, un lunedì di sole, in Piemonte. Giorno di festa, la moto in garage (batteria carica, olio fresco, gomme in forma, niente di guasto nonostante i suoi intensi diciassette anni), la strada chiama, io rispondo, anche se tardi: esco dopo pranzo senza neppur aver deciso dove andare.

Arrivo in punta alla mia via, mi fermo, penso. Giro a sinistra. Al seguente incrocio, ancora a sinistra. Vedo le montagne sullo sfondo, mi stanno chiamando con voce suadente di sirene. Proseguo dritto, verso di loro. Esco da Settimo e non prendo la strada più veloce, m'infilo invece in una strada di campagna che porta a Lombardore in cui ci sono una mezza dozzina di curvoni. Da lì continuo su strade secondarie fino a Rivarolo, perché e' su strade così che un vecchio bicilindrico come il Morini Tre e Mezzo da' più soddisfazioni: pieghe morbide, accelerazioni e decelerazioni, senza bisogno di oltrepassare i settemila giri, aggirando dolcemente le crepe dell'asfalto, senza stressare gli scultorei e obsoleti freni a tamburo.

Foto
Il Morini 3 ½ del 1975 usato per questa gita

Cuorgnè, il bivio dopo il ponte sull'Orco. Sto andando in Valle Orco, appunto, quella con Ceresole e il suo lago, e col Nivolet e i suoi camosci e le sue marmotte, ma siamo solo all’inizio della stagione calda, la strada sarà aperta? (Nel 1992 non si poteva ancora andare a vedere su Internet se la statale 460 era aperta al traffico dopo la neve invernale: andavi e verificavi di persona.)

Sulle strade c'è meno traffico di quanto ci si potesse aspettare per un lunedì di Pasquetta, e il sole, pur non scaldando molto, garantisce strade asciutte, che e’ sempre una cosa gradita quando sei in equilibrio su due ruote.

Supero Pont Canavese, Sparone, Locana. Arrivo a Noasca, località nota per i suoi quattro letali tornanti, che in moto non danno problemi, ma che in auto (o in motorino) vanno affrontati senza far perdere giri al motore, senza frenare e scegliendo una traiettoria larga, che non porti a sollevare il piede dall’acceleratore.

Supero senza problemi i tornanti, il bicilindrico romba ma quasi ronfa, tiro appena un po’ la seconda tra un tornante e l’altro. Poi, arrivato all’ultimo tornante, incrocio una moto che sta scendendo a valle: una vecchia Gilera 125 a quattro tempi, che conosco. Anzi, ne conosco il guidatore, un caro amico, e anche lui mi riconosce. Inverto la marcia, lo raggiungo, mi dice che la statale 460 è chiusa a Chiapili, come sempre durante la stagione fredda, decido che non vale la pena proseguire per raggiungere il punto in cui la strada è chiusa al traffico. Durante la conversazione, seduti in moto lungo una delle strade più panoramiche e ripide della zona, finiamo col parlare dei Queen, e ci ricordiamo che oggi ci sarà un concerto in memoria di Freddie Mercury, scomparso mesi fa.

Scendiamo fino a Pont Canavese, ci fermiamo in un bar per continuare la conversazione e per berci una cioccolata calda. Poi di corsa fino a casa a vedere il concerto, visto che entrambi apprezzavamo i Queen.

Memorabili David Bowie e Annie Lennox nella loro interpretazione di Pressure, che fu poi causa di una discussione, l'estate successivo, con una ragazza incontrata in Irlanda con cui uscii un paio di volte. Ma quella è la storia di un altro giro in moto.


Se siete interessati alla moto che ho utilizzato per questa escursione, potete leggere le altre pagine in cui parlo di Moto Morini (con molte foto), o questo interessante articolo di Motociclismo.

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