Rivediamo a colori il 13° giorno a Taiwan

Longshan, CKS Memorial, scoiattoli, shopping digitale: una storia completamente differente

21/11/2016 | Di Claudio_VL | Commenti: 0
Taiwan, 13° di viaggio. Dopo averlo visto in bianco e nero, rivediamolo a colori.

Siamo a Taoyuan, alla stazione, in attesa del treno per Taipei. Sulla piattaforma vicino al secondo binario noto un'indicazione in cinese, coreano e inglese: invita a non cercare l'ennesimo Pikachu sui binari e a non giocare a Pokemon Go nella stazione. Per fortuna che ce l'hanno detto.



Risoluzione del giorno: anziché scattare 250 foto come faccio ogni giorno, il che rende impossibile una rapida selezione delle stesse, oggi cercherò di scattarne "solo" 100, sarà dura. E dire che ai tempi della pellicola, scattare 36 foto in un giorno era tanto.

Saliamo su uno dei tanti treni che vanno a Taipei. Partenza alle 11:30, ci sono tanti posti a sedere liberi, anche per chi non ha prenotato il posto. Se arriva il titolare ti mostra il biglietto e ti alzi, entrambi scusandosi per il fastidio arrecato all'altro. Non ho mai visto nessuno fare storie, qui.

Scendiamo dal treno a Banqiao e prendiamo un treno della linea blu della la MRT, la metropolitana di Taipei, per andare al tempio di Longshan, uno dei piu' belli (dicono) di tutta Taiwan. Per fortuna i corridoi delle stazioni sono sottoterra, al fresco, perche' oggi sono previsti 32 gradi costanti.



Seconda risoluzione del giorno: fotografare tutti le ragazze carine che vedo per stimolare il turismo degli scapoli italiani che vanno all'estero in cerca di ragazze. A quanto vedo intorno a me, la gente le ragazze di Taipei hanno piu' cose in comune con quelle di Milano, Parigi o Tokyo che con quelle di posti piu' periferici come Taoyuan, Hualien o Pingtung, in fatto di eleganza, stile, bellezza.


Emergiamo dalle viscere di Taipei fuori dal tempio di Longshan (o Lungshan). Merita la visita, e' molto bello. Costruito nel 1738, e' stato danneggiato varie volte da terremoti, e - alla fine della Seconda Guerra Mondiale - venne colpito ed incendiato da bombardieri statunitensi durante il Taihoku Air Raid. Ogni volta e' stato riparato e ricostruito, ma sempre - mi pare - con attenzione per la classica architettura taiwanese originale, con influenze stilistiche della Cina meridionale.



C'erano tanti occidentali in visita al tempio, e ce ne sono tanti anche nella metropolitana di Taipei. Vedo che anche qui la gente rispetta la stessa consuetudine che c'e' a Londra: si sta in piedi sugli scalini delle scale mobili sulla destra, e a sinistra passa chi ha più fretta.
Noto la pubblicità di voli low cost da Taipei a Singapore, 1.488 TWD, cioè circa €43. Non male.

Emergiamo di nuovo dai tunnel della MRT (che poi sta per Mass Rapit Transit), siamo nel Wanhua District, affollatissima zona "cool" dello shopping. Evitiamo il Pasta Bar che pure ha prezzi ragionevoli, ed entriamo in un ristorantino in stile giapponese (meta' Taiwan e' in stile giapponese...) ancora piu' economico. Poi entriamo in una gelateria chiamata Galaxy. I ragazzi che lavorano nella grande e linda gelateria hanno una piccola bandiera italiana sulla manica della maglietta, ma il gelato che ordino non è buono quanto speravo: la parte verde (te' alla menta) ha un sapore molto delicato... che si sente poco, in effetti. Quella gialla (mango) invece ha un gusto intenso ed è ottima, come anche la cioccolata e la menta del gelato che ha preso mia moglie. Intorno ai gelati c'erano dei piccoli fagioli rossi per me, e delle palline di tapioca per mia moglie, e facciamo cambio. Tra il bubble tea e questo, penso che una dieta a base di palline di tapioca sarebbe sufficiente e accettabile per me. Sana, non saprei dire.

Alle 14,45 arriviamo in metropolitana alla monumentale entrata del Chiang Kai-shek Memorial. Impiegheremo dieci minuti per superare l'enorme, assolato cortile e raggiungere il Memorial. Intorno a noi turisti occidentali senza cappello ne' ombrellino (e spesso senza capelli) e turisti taiwanesi senza un centimetro quadrato di pelle esposto al sole. Io ho un cappellino del 50ennale delle Frecce Tricolori a proteggere il cranio, ma non e' che mi isoli dal caldo.



Quando raggiungiamo il CSK Memorial abbiamo una gradita sopresa: sta per iniziare il cambio della guardia (VIDEO). Due soldati in divisa immacolata sono ai due lati della grande statua del Padre della Patria. Un militare in abiti civili (come gia' notato in un altro cambio della guardia a Taipei) si occupa di sistemare i dettagli dell'uniforme ai due soldati, cui non e' consentito muoversi. La cerimonia del cambio della guardia dura circa 12 minuti ed e' lenta, maestosa e coreografata: il passo lento e cadenzato dei militari, i movimenti dei loro fucili. Se fossi uno dei militari coinvolti - tutti della Marina taiwanese, oggi - ringrazierei d'essere stato scelto per una cerimonia che si svolge completamente all'ombra, al contrario di quella menzionata poco fa.



Uscendo, ripenso a Chiang. Se togliessimo una persona importante dalla storia italiana degli ultimi 1000 anni (Leonardo, Lorenzo de' Medici, Garibaldi, Mussolini), o facessimo lo stesso per la Gran Bretagna (Churchill) o per altre nazioni, il risultato finale, la situazione attuale di quelle nazioni non sarebbe molto differente. Ma senza Chiang Kai-shek e' difficile immaginare una Taiwan indipendente (di fatto, anche se l'ONU riconosce solo - dal 1971, Risoluzione 2758 - la Repubblica Popolare Cinese). CSK, con tutti i suoi limiti e i suoi fallimenti, e' il padre della patria, per Taiwan.

Nel parco del CKS Memorial ci sono tanti scoiattoli. Eccone uno.



Sono solo le 15,40 ma siamo stanchi di camminare. Tanta gente, tanto caldo, tante cose interessanti ma forse sarebbe stato bello avere una bicicletta elettrica per girare a Taipei, oggi, anziché andare a piedi. Poi ripenso alla metropolitana della mia citta', Torino, e a quello che mi disse un amico:

- Praticamente e' un tram, la metroleggera.
- Quindi gira nel traffico, non sottoterra?
- Gia'.
- E cosa succede quando c'e' un semaforo rosso?
- Si ferma.


Ore 15,55, siamo in stazione, in attesa del treno che ci portera' a casa a Taoyuan. Il treno arriva, non e' bianco come lo Shinkansen, o decorato come il treno per Hualien, e' arancione e alluminio, ha un'aria di brutale efficienza, costanza, puntualità, come un B-17 Flying Fortress dell'USAAF.

16,40: al piano sotterraneo del centro commerciale vicino alla stazione di Taoyuan ci fermiamo in un caffè della catena Mister Donut che usa lo slogan "Slow Food". Mi chiedo se Carlo Petrini (fondatore del movimento Slow Food) avrebbe qualcosa da ridire, ma e' difficile coprire con copyright uno slogan di due parole, che sia "slow food" o "viaggiare leggeri".

Visitiamo una libreria della catena Eslite, uno dei miei posti preferiti a Taiwan. Come sempre e' piena di ragazzini e ragazzine seduti a terra che leggono fumetti e riviste, neanche fosse una biblioteca. Tante cose interessanti, macchine fotografiche analogiche da montare, borse fotografiche di marche giapponesi, libri italiani che non conoscevo, scaffali dedicati solo al design e all'architettura.



Usciamo, entriamo da Nova, il palazzo dedicato a informatica ed elettronica di fronte alla stazione. Solito problema di tanti negozi di informatica - non tutti - a Taiwan: non ha i prezzi esposti, visto che non e' destinato ai turisti ed e' scontato che il prezzo vada chiesto e contrattato. Oggi, comunque, non ci sono molte cose che mi interessino, non sono qui per fare la spesa come ho fatto invece in passato. In questo momento l'unica cosa che cerco, forse, è una piccola borsa o zaino capace di contenere la reflex e il piccolo laptop (recensione) da 10,6", che e' troppo grande per tutte le borse che ho.

Alle 19,25 usciamo per andare a prendere delle bici comunali a noleggio, per andare dall'altro lato della città, al ristorante di una delle mie cognate. Ovviamente dimentichiamo a casa qualcosa e dobbiamo tornare indietro (e rifare 68 gradini moltiplicati per due).

Un murale visto lungo il percorso.


Al ristorante della mia cognata numero 2 mangiamo buona carne di maiale a prezzi modici. Ripenso a quanto sto mangiando, al ritorno in Europa mi accorgero' d'aver perso un chilo, nonostante l'assenza di problemi intestinali (mai avuto la DdV, a Taiwan). Il caldo e le tante camminate equivalgono ad una dieta!
Argomenti: destinazioni, foto Taiwan, racconti, Taipei, Taiwan

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