Weekend a Tromsø, nel circolo polare artico

Aurora boreale, slitta con renne, cattedrale dell'artico, canti lapponi, e altre cose

17/01/2022 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Questo viaggio si è svolto alla fine di novembre, nel 2021

Quattro giorni in Norvegia alla fine di novembre. A casa la temperatura iniziale si avvicina allo zero, e noi andiamo a Tromsø, dove in questi giorni la temperatura massima diurna è -6° e la minima è -12°! Ci voleva proprio una breve vacanza per distrarmi dal football americano e dall’ossessiva attenzione per le mie piante (“quanto sarà cresciuto quel cavolo cinese nell’ultima mezz’ora?“).

Il programma


Partenza giovedì mattina alle sette da casa (in Inghilterra) verso Heathrow, dove prenderemo il volo SAS delle 10,20 verso Oslo; da lì voleremo nel pomeriggio verso Tromsø, nel nord della Norvegia, all’interno del circolo polare artico. Staremo a Tromsø fino a lunedì mattina, quando torneremo in Inghilterra. A Tromsø abbiamo in programma di cercare (*) di vedere l’aurora boreale, andare in slitta, vedere renne (che non sono alci o caribù) e visitare la città, soprannominata la “Parigi del Nord” nel XIX secolo.

(*): siamo andati tre volte in Islanda per vedere l'aurora boreale, senza riuscirci, per cui "cercare" è la parola giusta, in questo caso.


Spoiler alert: ci siamo arrivati, a Tromso
Spoiler alert: ci siamo arrivati, a Tromsø. Eccola, in una foto che ho fatto dalla stazione superiore della cabinovia cittadina.

Tre bagagli: valigia, trolley, zaino fotografico, borsetta e un extra


Una valigia in stiva, un trolley per mia moglie, uno zaino fotografico per me, infine una borsetta per lei. Questa volta, visto che cercheremo di fotografare l’aurora boreale, ho con me anche un cavalletto leggero (ma non troppo, altrimenti la stabilità ne risulterebbe compromessa) ed economico (circa 50 €, acquistato 12 anni fa a Singapore; se dovesse essere danneggiato durante il trasporto non mi metterei a piangere), che viaggerà compreso nel prezzo del biglietto come bagaglio fuori misura in stiva, compreso nel prezzo del biglietto.

Lo zaino fotografico, un Tamrac 5547 Adventure 7 del 2007, ha un compartimento inferiore capace di contenere un corpo macchina con obiettivo, più quattro ulteriori obiettivi; nella sezione superiore ho messo guanti, berretto, sciarpa, ed un secondo corpo macchina. Per i tecnologi: sotto c’è la fotocamera di riserva, una Nikon D300 con obiettivi 35 mm, 50-200mm e 10-20 mm; sopra c’è la macchina principale, una Nikon D5300 con l’obiettivo standard 18-55 mm.

Lo zaino mi serve per le escursioni, ma ha un evidente svantaggio rispetto ad un trolley: non ha rotelle, per cui il suo peso sulle spalle si fa sentire sempre, anche quando sei fermo. Col senno di poi, sarebbe stato sensato trasportare lo zaino all’interno di un trolley che - essendo più capiente - avrebbe permesso anche di trasportare alcuni oggetti in più. Ma noi amiamo viaggiare leggeri, quindi lasciamo a casa tutto ciò che non è indispensabile...

Tromsø vista dal porto

Le Grandi Domande, capitolo 1


Ma se vuoi viaggiare leggero, perché hai portato una macchina fotografica di riserva, una che pesa circa un chilo senza obiettivo, poi?

Non è una precauzione inutile, visto che andremo in giro intorno a 10°/15° sotto zero, e il freddo può fare brutti scherzi all’elettronica e alle batterie. Non vorrei mai trovarmi di fronte ad una splendida aurora boreale e scoprire che la batteria è scarica (l’indicatore dello stato di carica è inaffidabile sulla Nikon D5300, visto che scende improvvisamente da tre tacche a due e poi a zero), né vorrei perdermi la foto di una renna che galoppa verso di me a causa di problemi di messa a fuoco (un altro problema della Nikon D5300, che pare incapace di mettere a fuoco la maggior parte degli oggetti, immobili o in movimento).

Le Grandi Domande, capitolo 2


Visti i miei commenti sulla Nikon D5300, uno potrebbe chiedersi: ma perché non la cambi? Perché a volte la situazione è quella che è, e devi adattarti. Mi rifiuto di cambiare macchina fotografica ogni tre anni, e al momento la Nikon D5300 che ho è l'unica macchina da 24 megapixel che posso permettermi.

Prima del volo: burocrazia, COVID-19, check-in


Mia moglie ed io siamo vaccinati, e riceveremo all'inizio di dicembre la terza dose, il richiamo, o booster, per cui non c’è bisogno di quarantena in Norvegia e ci sono solo due giorni di auto-isolamento da fare dopo il rientro in Inghilterra; non c’è neppure bisogno di compilare una richiesta di ingresso col “locator form” per la Norvegia. Dovremo però fare il tampone dopo due giorni dal rientro in Inghilterra, entro i due giorni di auto-isolamento. Questo è tutto, a parte l’ovvio obbligo di avere con sé il documento (Green pass europeo o NHS COVID Pass britannico) che certifichi il proprio status vaccinale.

Le cose non sono andate lisce per quanto riguarda il check-in online con la linea aerea scandinava SAS. Un cliché sui paesi scandinavi (e su quelli freddi in generale) è che le persone che ci vivono siano estremamente razionali, a causa delle rigide condizioni climatiche: una mossa sbagliata farebbe consumare energia e riserve di calore di cui si dispone in quantità limitata. Invece non ne ho vista molta, di razionalità, durante il check-in online: indicazioni poco chiare e non visibili quando servono, finestrelle d’avviso che compaiono e fanno domande fuori luogo, pulsanti per stampare la carta d’imbarco che non funzionano. Impressioni poco rassicuranti e decisamente peggiori di quelle fornite dal sito di una low cost qualsiasi.

Giovedì, partenza verso Oslo


Il volo SAS Londra-Oslo, su un Airbus 120, non offre niente di memorabile. Aereo pulito, assistenti di volo professionali, il vicino di sedile si sposta gentilmente altrove in modo da avere più spazio, e ne beneficio anch’io.

Atterriamo ad Oslo all’una del pomeriggio, le lunghe ombre ci fanno intuire che il tramonto è imminente.

Qualche ora in aeroporto ad Oslo


Gli aeroporti sono luoghi in cui gente proveniente da posti lontani si incrocia e a volte si incontra. Luoghi ideali per lo scambio di infezioni di ogni tipo, come dimostrò tanti anni fa quel tale che, contagiato dalla tubercolosi, partì dagli Stati Uniti per visitare sei nazioni. Eppure, nonostante le previsioni pessimistiche dell’organizzazione mondiale della sanità riguardo all’aumento dei decessi per COVID nei prossimi sei mesi in caso di mancato aumento delle restrizioni, qui all'aeroporto di Oslo mi pare che il 70% della gente gente sia senza mascherina.

Un’altra cosa che ho notato: la quantità di pantaloni in pelle che ho visto nell’ultima ora, all'aeroporto, è aumentata vertiginosamente quando ci siamo spostati dall’area dei voli internazionali a quella dei voli interni, che da Oslo sono praticamente sempre solo verso il gelido Nord. Dalla Germania in su i pantaloni in pelle sono quasi obbligatori, pare, più della mascherina. Basteranno, i miei pantaloni di velluto, a proteggermi dal freddo? Boh.

Siamo a Tromsø


Le mie prime impressioni su Tromsø (sull'albergo e sulle sue sorprese, sulla Ishavskatedralen, sullo spot pubblicitario che stava venendo filmato sulla via principale) sono quelle che ho descritto in questa pagina. Riassumendo: Tromsø è una città norvegese di circa 70.000 abitanti, si trova oltre 1.700 km più a nord di Oslo, la capitale norvegese che mi piacque molto quando la visitai. Nel XIX secolo Tromsø venne soprannominata "la Parigi del Nord", e se questo appellativo può sembrare esagerato, va detto che 1) è una delle città più popolose del circolo polare artico, 2) dev'essere sembrata un sogno, a esploratori e turisti che ci arrivavano dopo un lungo viaggio al freddo, e 3) Parigi sarebbe molto meno vivace, senza sole e con temperature sotto lo zero per buona parte dell'anno.

Cos'abbiamo fatto a Tromsø e dintorni?


Cercherò di essere breve, tanto siete qui soprattutto per vedere foto di aurore boreali e renne natalizie, giusto?

A Tromsø abbiamo...:
  • Soggiornato al Blu Radisson Hotel.
  • Visitato la città la sera dell'arrivo.
  • Cenato in un ristorante specializzato in pizza e pasta MA non italiano, a pochi metri dal porticciolo. La cameriera che ci ha servito era di Barcellona, il resto del personale pareva mediterraneo. La pasta era buona.
  • Passeggiato in centro città, temperatura intorno ai -10 gradi, tanta neve, poco ghiaccio, per fortuna.
  • Dormito molto bene; durante la notte, quando mi sono alzato per andare in bagno, ho sollevato la tapparella per vedere se fuori c'era l'aurora boreale (non c'era).
  • Fatto colazione in albergo (ogni giorno), il bacon è il migliore che ho mangiato negli ultimi dieci anni;
  • Siamo andati con un autobus fino alla Ishavskatedralen, la "cattedrale dell'artico" (che non è fatta di ghiaccio), che non era visitabile a causa di un funerale in corso (con carro funebre Tesla fuori dalla chiesa).
  • Abbiamo utilizzato Fjellheisen, la cabinovia che porta da Tromsdalen, alla periferia di Tromsø, fino a Storsteinen, una collina alta 420 metri, da cui si apprezza la posizione di Tromsø, che si trova sull'isola Tromsøya, e si vede un panorama a quasi 360 gradi (probabilmente arrivando in cima si sarebbe visto, noi ci siamo fermati quando la neve ha iniziato a diventare scivolosa.
  • Siamo tornati in albergo percorrendo a piedi il ponte che collega Tromsøya ("isola di Tromsø") con la terraferma;
  • Passeggiata in centro e ristorante cinese (non c'era molta scelta, non avevamo prenotato).
  • Il giorno dopo (sabato 27/11/2021) abbiamo fatto una passeggiata nella periferia della città, siamo tornati alla Ishavskatedralen, che era di nuovo chiusa in quanto il sabato è visitabile solo nel pomeriggio (abbiamo rinunciato a riprovarci, la chiesa è comunque molto bella anche da fuori).
  • Abbiamo visitato il Polar Museum (Polarmuseet), presso il porto; interessante se vi interessa la storia delle esplorazioni polari (ci sono foto di Umberto Nobile, tra le altre) o se siete curiosi di vedere come vivevano i cacciatori (e le cacciatrici) che passavano persino l'inverno a cacciare nel circolo polare;
  • In serata, verso le 18, ci siamo uniti ad una gita organizzata (due guide, un autista, un confortevole autobus con una trentina di passeggeri e, soprattutto, un comodo gabinetto): otto ore alla ricerca dell'aurora boreale (o meno, nel caso la si veda prima) a -15 gradi. Ci è andata bene e l'abbiamo vista in due aree differenti, per cui siamo riusciti ad rientrare in albergo intorno a mezzanotte.
  • Domenica 28/11 siamo andati a visitare un villaggio Sami (quelli che in passato venivano chiamati lappóni o làpponi), dove abbiamo ascoltato storie e canti del popolo Sami e abbiamo dato a mangiare alle renne, con cui poi siamo andati a fare un giro in slitta (noi seduti, loro no).
  • Cena ai ristorante Kaia (stavolta avevamo prenotato), mangiamo specialità come merluzzo e balena (renne no, non ce la siamo sentita di mangiare la loro carne).
  • Lunedì 29/11 rientriamo a Londra con la linea aerea Widerøe facendo tappa a Bergen anziché a Oslo come all'andata.


Vediamo qualche foto, se vi va.

Ishavskatedralen, la cattedrale dell'Artico .


Le tradizionali case in legno nel centro città


Il Tromsø Bridge, ponte automobilistico e pedonale lungo oltre un chilometro. Collega l'isola di Tromsøya con la terraferma. 58 campate, altezza 38 metri. Sullo sfondo la cattedrale dell'Artico e la stazione superiore della teleferica sul colle Storsteinen.


Una passeggiata in collina, prima di ridiscendere al livello del mare con la teleferica. Se volete vedere il sole durante l'inverno, tenete presente che le colline intorno a Tromsø rendono impossibile vederlo dal 21 novembre al 21 gennaio.


Un cartello - da non prendere troppo sul serio - visto sulla collina Storsteinen.


Una vista dal ponte


Momenti educativi di cui certamente sentivate il bisogno: la differenza tra fiordo e “sound”
La Norvegia è famosa per i suoi fiordi, ma è facile confondere un fiordo con un sound, come quelli che visitai in Nuova Zelanda. Sia fiordo che sound sono insenature che si incuneano nella terraferma, ma i fiordi vengono creati da ghiacciai ed hanno pareti ripide, i sound da fiumi, o dal mare che riempie un letto fluviale, ed hanno pareti meno ripide.


Una casa in legno.


Finalmente una foto dell'aurora boreale. La foto è stata scattata nella seconda località visitata, il racconto dell'escursione è in un'altra pagina intitolata A caccia dell’aurora boreale a Tromsø.


Architettura nordica nella zona del porto, di fronte al Polar Museum.


Coi tanti panorami splendidi nei dintorni di Tromsø, che bisogno c'era di scattare questa foto? Mi piace, ecco il motivo. Perché c'era un bel cielo rosa sullo sfondo. Edifici squadrati, funzionali e senza orpelli. Automobilisti e autisti d'autobus alle prese con il fondo stradale innevato e a volte ghiacciato. Perché si vede il prezzo della benzina, 20,59 corone norvegesi al litro, cioè 2.059 euro/litro (il che è utile anche a ricordare che in Norvegia la valuta è la corona norvegese, non l'euro).


(...) né vorrei perdermi la foto di una renna che galoppa verso di me a causa di problemi di messa a fuoco
Io, poco fa

Beh, questa renna che ci veniva incontro non è sfuocata, per fortuna. Non è la renna che ha tirato la nostra slitta.




La slitta, appunto.


Le foto dell'escursione e i canti della guida Sami sono in un altro articolo. Per ora, posso solo consigliare di indossare due paia di calzettoni e dell'abbigliamento intimo termico, perché sulla slitta fa molto freddo. Lo stesso consiglio vale anche per l'escursione notturna alla ricerca dell'aurora boreale: stando fermi nella neve, al buio, davanti ad un cavalletto, aspettando che l'otturatore finisca il suo lavoro, il rischio di congelamento delle estremità esiste, e a me personalmente fa piacere avere dieci dita delle mani e dei piedi.

La nostra guida mentre canta un canto del popolo Sami. Tutti attenti, nessuno scatto, durante il brano. Impressionante.


In bici a -12 gradi. No, non sono io, io sono quello che una volta pedalava sulla neve, ora preferisco cose più tranquille. Capita, potreste passarci anche voi, per una fase del genere...


I nordici sopportano il freddo meglio di chi non ci è abituato, ma non significa che vadano a cercarselo! Un bel dehor con coperte e cuscini, ma i clienti sono tutti dentro, nel tepore della notte quasi polare, magari in compagnia di parenti e amici. Non è che hygge sia un concetto valido solo per l'esportazione.


Filetto di balena e altre cose.


Gabinetti pubblici nel centro di Tromsø. Stilosi.


Aeroporto di Tromsø, in attesa della partenza.


L'Embraer E190-E2 che ci porterà a Bergen. Se volete fare i paranoici, eccovi uno spunto: volare dal circolo polare artico a Bergen, un altro posto molto freddo, con un aereo progettato in Brasile, posto molto caldo.


Siamo arrivati a Londra senza problemi, come previsto (e sperato).



Ho scritto altri post su questo weekend a Tromsø: le mie prime impressioni, la storia di una sorpresa in hotel, la ricerca (fruttuosa) dell'aurora boreale e alcune riflessioni sulla stessa, e infine foto e appunti di una gita in slitta trainata da renne in un villaggio Sami.



Argomenti: Norvegia, notte, racconti, Scandinavia

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